MOSCA – La sfilata di quello che avrebbe dovuto essere il primo Gay Pride com’è noto non c’è stata. Le autorità moscovite non hanno dato l’autorizzazione all’evento e il sindaco stesso Yuri Luzhkov il giorno prima della manifestazione aveva ripetuto che non ci sarebbero stati ripensamenti. Dal momento che il diritto a manifestare pacificamente è una delle libertà riconosciute e consolidate di tutte le democrazie degne di questo nome gli organizzatori del Pride di Mosca hanno comunque proseguito per la loro strada di rivendicazione di pari diritti e libertà per tutti, senza discriminazioni. Sappiamo com’è andata: i manifestanti, tra i quali anche dei rappresentanti del movimento omosessuale italiano, sono stati dispersi dalla polizia e attaccati violentemente sia da esagitati estremisti della chiesa ortodossa, sia da gruppi di naziskin di estrema destra, uniti dal loro odio intollerante verso chi è diverso da loro. Le autorità moscovite non solo hanno impedito lo svolgimento di una manifestazione che voleva essere assolutamente non violenta ma hanno anche fallito dal garantire agli attivisti LGBT protezione contro gli attacchi di cui sono stati vittime.
Essendo la Russia anche sul punto di assumere per turno alla presidenza del Consiglio d’Europa quanto è successo lo scorso fine settimana a Mosca è quanto meno increscioso. ILGA-Europe, sezione europea dell’International Lesbian and Gay Association che lavora per promuovere uguaglianza e pari diritti per lesbiche, gay, transessuali e bisessuali, è intervenuta su questo ricordando alle autorità russe che il diritto d’assemblea è riconosciuto non solo dall’articolo 11 della Convenzione europea sui diritti umani ma anche dall’articolo 31 della stessa Costituzione russa. Profonda preoccupazione è stata anche espressa per il ruolo che politici e leader religiosi hanno giocato nell’incitare all’odio e alla violenza contro la minoranza LGBT. Patricia Prendiville, direttore esecutivo di ILGA-Europe, ha detto: «Siamo disgustati dai discorsi intrisi d’odio di alcuni politici e organizzazioni religiose russe. Tenere una manifestazione pubblica in supporto dei diritti delle persone LGBT non riguarda i valori dell’occidente o un diritto specifico. Il diritto di assemblea è un diritto universale cosi come lo è il diritto per ogni cittadino di vivere sicuramente potendosi esprimere liberamente per ciò che è.» ILGA-Europe in un comunicato si augura che le autorità russe modifichino il loro atteggiamento nei confronti della minoranza gay, lesbica, trans e bisessuale e che sia il Consiglio d’Europa che la Comunità Europea (che sono due organismi assolutamente distinti) facciano pressioni presso i governanti russi affinché in futuro ci possa essere anche a Mosca, come nelle altre città del mondo libero, un Gay Pride legale e sicuro. (RT)
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