Politica: Bossi e Fini aprono alle coppie gay

Umberto Bossi: «Penso che si debbano riconoscere i diritti degli omosessuali.» Gianfranco Fini: «Servirà un intervento legislativo per rimuovere la disparità.»

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ROMA – La Commissione Giustizia del Senato si appresta, dal 10 gennaio in poi, a iniziare l’esame delle varie proposte di legge già presentate sul tema delle coppie di fatto, ovvero quelle non ufficializzate tramite matrimonio. Su questo argomento ci sono state recentemente delle prese di posizioni che suonano come aperture rivolte alla comunità gay e lesbica da parte di due esponenti di primo piano di partiti del centro-destra, la Lega Nord e Alleanza Nazionale, che finora sul tema dei diritti della minoranza omosessuale non hanno una storia particolarmente luminosa.
Intervistato dal settimanale Panorama il leader “padano” Umberto Bossi ha detto: «Io penso che si debbano riconoscere i diritti degli omosessuali che sono persone anche loro, cittadini alla pari degli altri, però da lì a creare la famiglia omosessuale, come vuole fare il governo Prodi, e da questa poi artificialmente far discendere quei diritti è pericoloso, perché così si scardina la famiglia tradizionale, si stravolgono i valori sui quali si fonda la nostra società». Per il Senatùr l’unica famiglia degna di questo nome rimarrebbe quella eterosessuale tuttavia sul piano dei diritti individuali sembra concedere alcune timide aperture. Ad esempio, dice Bossi, «Penso sia giusto riconoscere il diritto di assistere il proprio compagno in ospedale, di subentrare automaticamente nel contratto d’affitto in caso di morte». Per quanto riguarda la pensione di reversibilità si fa più cauto: «Lì è un po’ più dura, perché non ci sono tanti soldi e non mi sento di sostituire il ministro dell’Economia… Sono stato al governo e so cosa significa reperire le risorse». Per la verità gli omosessuali pagano le tasse al pari di tutti gli altri per cui non ci sono basi logiche sulle quali dovrebbero vedersi negato un diritto che viene concesso ai soli eterosessuali, tuttavia è da notare che Bossi non espone motivazioni pregiudizialmente ideologiche bensì legate alle risorse.
Su un altro grande settimanale, L’Espresso, è Gianfranco Fini a riconoscere che serve assolutamente una legge che regolamenti le unioni delle coppie non sposate: «Se ci sono diritti o doveri delle persone che non sono tutelati perché fanno parte di un’unione e non di una famiglia servirà un intervento legislativo per rimuovere la disparità», dice il leader di Alleanza Nazionale. Anche quelle omosessuali? «Naturalmente, quando parlo di persone mi riferisco a tutti.» Fini aggiunge che «Premesso che il diritto naturale e la Costituzione dicono che l’unica famiglia è quella fondata sul matrimonio dobbiamo necessariamente prendere atto che nella nostra società ci sono forme di convivenza e di unione non assimilabili alle famiglie. La grande maggioranza degli italiani costruisce una famiglia, ma solo un ottuso può dire che non esistono altre realtà.» Superfluo sottolineare che la maggioranza degli italiani è eterosessuale, ma questo non significa che gli altri (in quanto minoranza) debbano avere meno diritti. Infatti, aggiunge il leader di An, «Se ci sono diritti o doveri delle persone che non sono tutelati perché fanno parte di un’unione e non di una famiglia servirà un intervento legislativo per rimuovere la disparità. Ma aspetto di vedere se davvero il governo presenterà questo disegno di legge. Ho molti dubbi che riesca a farlo.»
Aurelio Mancuso, presidente della Lega italiana famiglie di fatto (Liff) applaude alle parole di Gianfranco Fini: «Se il leader della destra italiana intende finalmente renderla europea e in armonia con i grandi partiti conservatori, che da tempo si sono espressi a favore di legislazioni di riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, questo non può che aiutare tutta la politica italiana a uscire dall’isolamento internazionale. Nel concreto attendiamo Fini alla prova dei fatti, in primo luogo nel rendere esplicito a quali diritti e doveri potrebbero, per An, accedere le coppie di fatto. Al di là delle enunciazioni di principio, che in questo caso sono comunque importanti, la destra italiana è d’accordo nel riconoscere i diritti successori, di reversibilità della pensione, previdenziali, patrimoniali, fiscali, di subentro dell’affitto, e infine assistenziali?» Mancuso conclude dicendo che «Siamo come sempre disposti ad aprire con Gianfranco Fini, e con tutti i leader dei diversi schieramenti, un confronto serio e puntuale, che consenta nel più breve tempo possibile l’approvazione di una legge condivisa da un largo schieramento parlamentare trasversale.» Se alle parole contro le discriminazioni i due esponenti del centro destra faranno seguire anche atti concreti lo vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Intanto il centro-sinistra sul tema delle unioni civili deve cercare di dimostrare di essere capace di tenere fede agli impegni presi con gli elettori e illustrati nel programma di governo, evitando di essere messo in difficoltà da alcuni politici sempre troppo inchini ai proclami vaticani. (Roberto Taddeucci)

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