A poche ore dal lancio della campagna contro l’omofobia promossa dalla Regione Toscana arrivano, puntuali e prevedibili come sempre, le polemiche. “Una frenesia mediatica in cui chi più ne ha, più ne mette. E tutto a spese dei toscani e del loro senso comune”, ha commentato il gruppo di Alleanza Nazionale in Consiglio regionale. “Questa sinistra è rimasta l’unica a mettere le etichette sulle persone”, afferma il vicecapogruppo di An in Regione Roberto Benedetti, aggiungendo: “Una campagna simile non è creatività ma cattivo gusto. Un cattivo gusto che usa l’immagine di un neonato in maniera a mio avviso scriteriata e contraria al senso comune dei toscani che poi, in definitiva, questa campagna allucinante la pagano di tasca loro. E per affermare cosa? Che gli omosessuali sono geneticamente etichettati. Ma ci facciano il piacere! Questa sì, che è discriminazione”. Non si distingue dal suo collega di partito la consigliera regionale Giuliana Baudone, che anzi si spinge ancora più in là nella critica. “Non so come mai, ma invece che per i provvedimenti importanti, la Toscana finisce sui giornali per le cose inutili o peggio, come in questo caso dannose – dice -. Forse sarà perché questa giunta di provvedimenti importanti in ambiti strutturali del ben governare non è capace di prenderne. Fatto sta che, tra questa nuova ideona dei bebè sessualmente orientati e l’altra della tessera sanitaria per gli immigrati clandestini, la Toscana sta diventando regina dell’inconsistenza e zimbello d’Italia”. Banalmente, seguono a ruota i forzitalioti.
“Forzature che non fanno bene né agli omosessuali né ai clandestini, ma soprattutto non fanno bene alla Toscana, frutto di una campagna demagogica per strizzare l’occhio alla sinistra
radicale” dichiarano Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia in Consiglio e Annamaria Celesti, vicepresidente della Commissione Sanità. “L’ostentazione orgogliosa della diversità gay, peraltro sfruttando la figura di un bimbo con buona pace di ogni regola, scritta e non scritta, di tutela dei minori – continuano i due berlusconiani – pare fatta apposta non per combattere le discriminazioni di genere, ma per accentuare distanze e incomprensioni. Non c’è bisogno di essere benpensanti né di sentirsi ‘normali’ per avvertire il fastidio e il disagio creato da questo messaggio scioccante, voluto e scelto dalla Regione. Un messaggio dietro al quale si nasconde unicamente la voglia di compiacere le sinistre, riannodando in Toscana un rapporto ancora più stretto con le organizzazioni di gay e lesbiche”. Come se, a prescindere da tutto, annodare rapporti con le associazioni LGBT fosse una colpa o una cosa di cui vergognarsi politicamente.
Immancabile il commento della gerarchia ecclesiastica. "E’ una cosa un po’ strana e non e’ il caso di arrivare a fare cose di quel genere", ha commentato il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, ha definito l’iniziativa della Regione Toscana.
E chi, invece, a polemiche di questo genere c’è più che abituato, come il fotografo Oliviero Toscani, non può che apprezzare la scelta dell’amministrazione toscana. "E’ un’immagine fantastica! Sono
fiero di essere andato ad abitare in toscana, la regione più intelligente d’Italia insieme all’Emilia Romagna.. – ha dichiarato Toscani, non essendo, per una volta nell’occhio del ciclone – E’ un’immagine bellissima e tenera che sottolinea come l’omosessualità non è una scelta, e invita a stare attenti contro l’omofobia strisciante: un lavoro giusto, per una giusta causa". Ma Toscani non si ferma qui. “Fa piacere che in Italia ci sia ogni tanto qualcosa di intelligente come la campagna promossa dalla Toscana – sottolinea il fotografo e pubblicitario -. Purtroppo appena c’è un tocco di intelligenza si sollevano i mediocri, si mobilitano i teleidioti che nel nostro paese sono molti. Non a caso ho in mente una prossima campagna per l’abolizione della televisione”.
A dare manforte a alla scelta dell’amministrazione regionale toscana arrivano le dichiarazioni di Andrea Benedino e Anna Paola Concia. “Gli attacchi che stanno giungendo in queste ore verso la campagna promossa dall’assessore regionale toscano Fragai – dicono i due portavoce nazionali di Gayleft – sono scandalosi e diffamanti nei confronti dei cittadini omosessuali italiani e rappresentano la più chiara dimostrazione di come le discriminazioni siano ancora ben al di là dall’essere sconfitte”. E aggiungono: “Ricordiamo agli esponenti della destra italiana che il fatto che l’omosessualità non sia una scelta non è certo un’invenzione della giunta regionale toscana ma un principio affermato più di trent’anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In questi giorni – aggiungono Benedino e Concia – dalla Toscana di Claudio Martini e dal Piemonte di Mercedes Bresso, dove e’ in corso Melting Box, la prima Fiera Internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunita’, per tutti viene il segno di un Partito
democratico laico e aperto alle istanze della società di cui i cittadini omosessuali possono essere orgogliosi. E’ questo il PD che noi vogliamo e per il quale ci batteremo”.
E, pur apprezzando le intenzioni e il valore della campagna indetta dalla Regione Toscana, qualche critica arriva anche da sinistra. “La campagna contro le discriminazioni ha un valore simbolico importante e conferma come la Toscana ancora una volta faccia da battistrada alla promozione culturale della difesa dei diritti civili. Tuttavia abbiamo più di una perplessità sulla congruità fra il messaggio e l’immagine scelta per la campagna”. A dichiararlo sono le deputate di Rifondazione comunista Titti de Simone e Vladimir Luxuria. “Sentiamo il rischio – affermano – di letture strumentali che possano avallare una tesi genetica circa l’omosessualità, che trova nicchie di consenso solo all’interno di alcune lobby americane, ma che non ha alcun conforto scientifico né politico nella gran parte del movimento LGBT. Una tesi
essenzialista può essere pericolosamente utile a chi ricerca le cause della omosessualità per trovare una cura o un antidoto”.
‘Il rischio di una lettura distorta esiste al di là delle nobili intenzioni della Regione Toscana – concludono le due onorevoli -.Omosessuali e transessuali non si nasce né si diventa, lo si è. E come dice lo scrittore Tondelli, ‘è assurdo cercare le ragioni per cui si è’”
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