31° Mix Copenaghen: il festival di cinema queer più grande della Danimarca dal 30 settembre

C’è del buono in Danimarca: programma interessante e vario, dal doc sul sesso e la disabilità Yes, We Fuck! all’anteprima del transgender Three Generations.

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Perché non farsi un weekend o una vera vacanza di almeno una settimana in una delle capitali europee più gayfriendly in assoluto, paradiso verde di accettazione e ottime aringhe? Ha lo stesso nome dell’omologo milanese, il Festival Mix Copenaghen (30 settembre – 9 ottobre) ed è arrivato alla 31esima edizione. La sua caratteristica principale è che i riconoscimenti, i Lili Awards (da Lili Elbe, la prima trans operata del film The Danish Girl) non vengono assegnati alla fine ma all’inizio, anche se consegnati alla cerimonia di chiusura, cosicché servono come segnalazione per il pubblico – l’idea non è male anche se toglie la suspence e la curiosità del ‘gioco a premi’. Viene attribuito anche il Bent Award alle migliori produzioni LGBT danesi.

 

Il programma presenta molti titoli interessanti tra cui il vincitore della prima edizione del Fish & Chips International Erotic Film Festival di Torino, l’ottimo documentario spagnolo sulla disabilità Yes We Fuck! di Antonio Centeno e Raul de la Morena che affronta senza toni ricattatori né sentimentali la questione dell’intimità sessuali dei diversamente abili. Titolo attesissimo, il dramma americano transgender Three Generation (About Ray) di Gaby Dellal che in Italia uscirà il 17 novembre anche per Videa e vanta un cast top composto da Naomi Watts, Susan Sarandon e Elle Fanning (ne avevamo parlato qui).

Forte la pattuglia statunitense che comprende anche il visionario Closet Monster e il teenage movie Henry Gamble’s Birthday Party. Dal Messico l’autoriale e valido Te Prometo Anarquia che ha avuto l’onore di partecipare in concorso al Festival di Locarno dell’anno scorso. Notevole anche il panorama europeo, col buon lesbico Barash che ha vinto all’omonimo festival milanese, il ceco I, Olga Hepnarova di Tomas Weinreb e Petr Kazda che si preannuncia sconvolgente (una strage che ricorda quella di Nizza e infatti sarà anche presentato al Ze Festival nizzardo che inizia dopodomani: un camion guidato dalla donna del titolo investe volontariamente un gruppo di persone il 10 luglio 1973, uccidendone otto e ferendone dodici). La Francia presenta il notevole La belle saison – il titolo internazionale è Summertime – che ha vinto una menzione speciale del Lili Award (e da noi il Togay) e l’intrigante ronde notturna di Théo et Hugo dans le même bateau (Paris 05:59) diretto da Olivier Ducastel e Jacques Martineau. Dalla Germania arrivano l’agreste Jonathan e l’insinuante Teddy Award Tomcat (Kater), film bello e strano su una coppia di musicisti, gatto e dramma in arrivo.

la-belle-saisonDall’Italia la sorpresa di Venezia dell’anno scorso, il trans Arianna (menzione speciale Lili Award) e il doc Irrawaddy Mon Amour girato in Birmania dal trio formato da Nicola Grigani, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli. Se avete la possibilità di andare a Copenaghen, segnatevi anche il dolente colombiano Nunca vas e estar solo (Non sarai mai solo) di Alex Anwandter su un conflittuale rapporto padre figlio e un atto omofobico dalle conseguenze tragiche.

Porta la firma della grande Monica Treut (in giuria insieme a Adrian Lloyd Hughes, Jenny Lund Madsen, Mya Taylor e John Badalu) il doc Gendernauts su un gruppo di intersex alla fine degli anni Novanta.

dont-call-me-sonApre Mix Copenaghen il brasiliano Don’t Call Me Son (Non chiamarmi figlio) di Anna Muylaert su una madre adottiva di un ragazzo gay in profonda crisi identitaria.

C’è del buono in Danimarca! Qui trovate il programma e tutte le altre info.

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