C’è stato un tempo, quando non esistevano le app di dating, Instagram e il porno on line, in cui l’omoerotismo a stelle e strisce finiva nelle case di milioni di americani grazie a International Male, marchio di abbigliamento per corrispondenza che negli anni ’90, quando raggiunse il massimo della popolarità, spediva oltre 3 milioni di copie a trimestre. Entrate annuali da 100 milioni di dollari per questo celebre catalogo, che al suo interno mostrava decine e decine di modelli in intimo.
13 anni dopo la sua morte, perché l’ultimo numero è stato spedito nel 2007, ecco ora arrivare All Man: The International Male Story, documentario che va a rimarcare l’importanza di quei cataloghi, che cambiarono letteralmente la moda maschile d’America e soprattutto influenzato la cultura gay. Perché tanti ragazzi omosessuali, magari segretamente, così come tanti padri di famiglia, provavano piacere nello sfogliare quelle pagine, scoprendo magari il proprio orientamento sessuale.
Nel doc si rivedono anche ex modelli che prestarono i propri volti e corpi al catalogo, ovvero Brian Buzzini, Robert Goold, Steve Lyon, David Knight, John Watkins e John Coulter, ma anche coloro che lavorarono al catalogo e i più celebri fan, come il cantante Jake Shears, Simon Doonan, Carson Kressley e Drew Droege.
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