“Bandiera Rosa”, il film di Lamberti su Mario Mieli cerca fondi online

Sul sito IndieGoGo è iniziata la campagna di finanziamento online per produrre la commedia di Mariano Lamberti sullo storico attivista gay milanese. Sarà incentrata sul suo periodo londinese

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“Geniale, innovativo, vero”. Così l’affabile regista romano Mariano Lamberti, in partenza per Barcellona dove sta per uscire la sua spigliata commedia queer “Good As You”, già ben accolta in Francia, ci definisce il protagonista del suo prossimo film, la commedia “Bandiera Rosa”. Nientemeno che il milanese Mario Mieli (1952-1983), uno dei primi attivisti gay italiani, cofondatore dello storico movimento Fuori! e autore di quel fondativo “Elementi di critica omosessuale” che ha gettato le basi per la teoria queer e fu tradotto in varie lingue: si trattava della sua tesi di laurea in filosofia morale pubblicata da Einaudi nel 1977. Per realizzare ‘Bandiera Rosa’, Lamberti ha trovato un produttore spagnolo disposto a credere al progetto, la Kyo Film, e ha lanciato una campagna di crowdfunding, ossia di finanziamento online, sul sito di Indiegogo dove è possibile vedere anche uno spassoso trailer con lo strepitoso Marcello Cesena nei panni di un produttore becero e un breve assemblaggio documentaristico con materiali di repertorio.

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“Bandiera Rosa” sarà incentrata sul periodo londinese di Mieli e su un ventenne, Giovanni, in fuga dal suo paesino del napoletano alla ricerca di un cugino nella capitale inglese dove conoscerà Mario e ne rimarrà fatalmente affascinato.

“Da tanto tempo volevo fare un film su Mario Mieli – ci spiega Lamberti -. La sceneggiatura firmata da me e Riccardo Pechini era già stata pubblicata nel 2010. Mario Mieli è una delle poche icone civili e tragiche del movimento italiano omosessuale per le quali si è battuto e a modo suo si è immolato. Non è Harvey Milk, che era più politicizzato, ma come lui ha qualcosa di eroico. Mi interessa riscoprire la sua storia attraverso un rapporto tra maestro e discepolo col ventenne Giovanni. Gli insegna a vedere la realtà con altri occhi. Mieli era dotato di una forza eversiva e innovativa, aveva questo di geniale: fare sul proprio corpo quello che lui teorizzava. Si vestiva da donna, era un personaggio estremo, forte e vero. A soli 23 anni era uscito per Einaudi col saggio “Elementi di critica omosessuale” che storicizzava per la prima volta il movimento gay”.

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“Bandiera Rosa sarà una commedia di finzione sul ‘gaio comunismo’ – continua Lamberti -, ossia la sua critica diretta e frontale alle società dei consumi. Faceva discorsi molto moderni che si rivolgerebbero perfettamente ai giovani d’oggi. Nella questione transgender era molto avanti, fu il primo a parlare di transessualità e di teoria queer. Mieli era capace di riunire in sé con sconcertante naturalezza elementi apparentemente contrastanti: la disarmante intelligenza e la provocazione estrema, l’acuta visione politica e la sfrenata utopia, il raffinato intellettuale e l’oltraggioso clown. Le sue teorizzazioni sulla liberazione dell’uomo, in un mix esplosivo di analisi marxiste e riletture gay della psicanalisi, diventavano micidiali exploit contro ogni verità socialmente imposta come i ruoli sessuali e la famiglia.

Ma il suo suicidio a soli trent’anni ne dimostrò l’estrema fragilità: era troppo estremo per il movimento gay a cui dedicò la sua vita e lui si fece da parte. Poi ci fu una storia d’amore andata male e il rifiuto di Einaudi di pubblicare un suo romanzo”.

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“Giovanni sarà interpretato dall’attore romano Giulio Forges Davanzati – conclude Lamberti – ma non ho ancora trovato chi impersonerà Mario Mieli: sarà una scommessa. Tratteremo soprattutto il periodo londinese, quello di formazione politica. Era la Swinging London dei primi anni Settanta, un periodo incredibilmente stimolante, in cui i giovani fermenti riempivano le strade e ogni confine culturale era costantemente messo in discussione e demolito, alla continua ricerca di un terreno comune su cui fondare le proprie utopie. Immaginiamo questo ragazzo, Giovanni, che si reca a Londra conquistato da “Il Risveglio dei Faraoni”, l’autobiografia sotto acido di Mieli: un libro delirante che la famiglia sequestrò. Il suicidio l’abbiamo immaginato in maniera poetica”.

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