Brokeback Mountain è stato il nostro Titanic: la più grande, intensa, straziante storia d’amore dai tempi di Jack e Rose (di quelle da lacrimoni e isterie melò, ammettiamolo per una volta senza falsi pudori). Avete notato, tra l’altro, come le due locandine di Titanic e Brokeback Mountain, con i protagonisti intrecciati e a sguardo basso siano curiosamente speculari?
Un amore astratto
L’uscita di Brokeback Mountain in DVD (noi continuiamo a preferire il titolo originale, quei ‘segreti’ sanno troppo di pettegolezzo e morbosità) è un’ottima occasione per rivedere il più importante film a tematica gay degli ultimi anni, vincitore di tre Oscar – e ancora brucia quel ‘miglior film’ mancato, anche se oggettivamente Crash era più bello – e di una settantina di premi internazionali (una curiosità: dopo l’Oscar è arrivata la segnalazione di Time ad Ang Lee nella top 100 del 2006 e vari altri riconoscimenti, dal circolo dei critici di Vancouver alle nominations ai Bodil e Amanda Awards in Danimarca e Norvegia). Eppure al pubblico Brokeback Mountain è piaciuto più che alla critica. Motivi? Proviamo a dare una spiegazione: io l’ho rivisto per la terza volta e anche se nel finale il groppo alla gola è rimasto e sebbene ritenga che sia un film potente e significativo, anzi, il film gay più incisivo dai tempi di Philadelphia, continuo a pensare che nella seconda parte, quella più sentimentale e ‘urbana’, manchi quello slancio che avrebbe potuto farne un capolavoro.
Forse l’intimità di Ennis e Jack che il regista, per pudore, confina a timidi abbracci e dialoghi molto (troppo) misurati non basta più. E così, forse inconsapevolmente, il regista sposta l’attenzione dello spettatore sulla visione ‘sociale’ della vicenda: le schermaglie con i famigliari, le difficoltà di vivere in città e via dicendo. E l’amore di Jack ed Ennis diventa ideale, quasi astratto: troppo, rispetto alla naturalezza travolgente di tutta la prima parte del film. E non è necessariamente il sesso quello che manca. Ah, se Ang Lee avesse osato un po’ di più. Certo, il rischio di scavalcare il crinale dell’ovvio e del patetico c’era – rivedersi lo splendido I ponti di Madison County per capire di che cosa sto parlando – ma correre il rischio forse sarebbe valsa la pena. E il mito dell’amicizia virile nel western etero (sebbene ‘Brokeback’ non sia un western) sarebbe stato realmente rivisto sotto l’occhio consapevole di un amore rivoluzionario nella sua diversità e non nella sua universalità a suo modo convenzionale.
L’eredità di Brokeback
Ma che cosa ha lasciato un anno dopo il successo di un film come Brokeback Mountain?
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L’eredità di Brokeback
Ma che cosa ha lasciato un anno dopo il successo di un film come Brokeback Mountain?
Innanzitutto, negli States, l’inflazionamento della parola brokeback riferita a tutto ciò che non è prettamente mascolino; poi l’imperversare di alcune mode – probabilmente passeggere – come quella dei ranch omo e dei reality a tema come il recente L’uomo per me ossia Playing It Straight arrivato anche da noi su Foxlife in cui una ragazzetta piacente deve scegliere tra 14 cowboys il suo principe azzurro eliminando di volta in volta i gay ‘nascosti’ tra i pretendenti.
Ma il segno più evidente nella cinematografia gay è stato l’incremento di attenzione verso la produzione di film omo di qualità, col potenziamento di piattaforme volte alla realizzazione di prodotti esplicitamente queer per il grande pubblico (attivissima in questo senso la lungimirante Christine Vachon e l’entourage di Todd Haynes riscopertosi produttore di successo – La Quinceañera su tutti) a riprova che molti titoli degli ultimi due anni hanno funzionato proprio perché incentrati su temi d’attualità gay:
la sessualità fluttuante in film come Transamerica e Breakfast On Pluto, le autobiografie di personaggi gay o bisex come Alessandro Magno o Capote. In attesa di un capolavoro queer – speriamo non troppo lontano nel tempo – godiamoci il dvd di Brokeback Mountain edito dalla Bim: tra gli extra, interviste a Jake Gyllenhaal e Ang Lee in collaborazione con Coming Soon Television e vari trailer/spot cinematografici. E sul nostro forum lanciamo un dibattito: che cosa è rimasto nell’immaginario collettivo, secondo voi, di un film come Brokeback Mountain? Chissà se ha semplicemente ragione un nostro lettore dal nick massimocst: “forse si tratta di magia”.
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