È stato accolto benissimo al Sundance Film Festival, nella gelida Park City in Utah, il nuovo film di Luca Guadagnino Call Me By Your Name di cui vi avevamo già parlato. Applausi a scena aperta e recensioni ditirambiche hanno accolto questa storia d’amore gay estiva tra il diciassettenne Elio (Timothée Chalamet) e un ricercatore americano, Oliver (Armie Hammer, apparso al Sundance con braccio fasciato a causa dell’operazione a un muscolo pettorale). Siamo nel lontano 1983, in una casa di campagna nel cremese. Elio all’inizio detesta Oliver, lo chiama ‘l’usurpatore’ anche perché è costretto a cedergli la sua camera da letto. Poi, lentamente, se ne innamora.
Call Me By Your Name è tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman ed è stato sceneggiato insieme al grande regista inglese James Ivory e a Walter Fasano. Ha già una distribuzione americana, acquisita poco prima dell’inizio del festival e decisamente potente: la Sony Pictures Classics. Verrà presentato anche alla prossima Berlinale (9-19 febbraio) nella sezione Panorama.
Noi lo vedremo probabilmente in primavera, sperando che approdi in anteprima a qualche cinefestival LGBT. È chissà che anche la critica italiana, di solito piuttosto fredda nei confronti dei lavori di Guadagnino, non resti conquistata da questo suo nuovo film gay.
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