Chi conosce il provocatorio regista argentino Gaspar Noè sa che alcune parole chiave del suo cinema sono violenza, trasgressione, stupore. Dopo aver choccato con lo stupro cronologicamente invertito in Irréversible, le fluttuazioni lisergiche di Enter the void, il porno-triangolo senza censure di Love, Noè torna oggi nei cinema italiani grazie a Mial Vision ed Europictures con Climax, un music-drama dalle venature horror che non potrebbe essere firmato da nessun altro.
Siamo nel 1996. Un gruppo di ballerini – l’unica nota è Sophia Boutella – si ritrova in una scuola abbandonata per mettere a punto una coreografia musicale. Per le pause è stato allestito un bancone di vivande tra cui un boccione di sangria che però è stata alterata con una droga simile all’LSD. Lentamente i danzatori precipitano in un vortice di follia e delirio che li porta a violenze ed autolesionismi estremi in cui non si riconoscono più.
Lo stile è quello tipico di Noè: l’attacco col finale e i titoli di coda come in Irréversible; lunghissimi piani sequenza sinuosi, a dare un’illusione di fluidità infinita alle danze (i ballerini sono bravissimi nei vari stili techno anni Novanta presentati); scritte cubitali che si sovrappongono all’inquadratura (“La nascita è un’esperienza straordinaria”). Chi ama la musica di quegli anni andrà in sollucchero: Daft Punk, Giorgio Moroder, Aphex Twin, Neon, Wild Planet e chi più ne ha più ne batta in cassa.
Più che un vero e proprio film, Climax è un’esperienza sensoriale: la trama è poco più di un pretesto per far esplodere l’energia dei ballerini e instillare il seme della follia per scompaginare il gioco.
“Sono sempre stato affascinato da situazioni in cui il caos e l’anarchia improvvisamente esplodono – spiega il regista -. Sia le risse per strada, sia le sedute sciamaniche potenziate da sostanze psicotrope, o feste in cui tutti i partecipanti perdono il controllo a causa del troppo alcol. Lo stesso vale quando giro. La mia soddisfazione sta nel fatto di non scrivere o preparare nulla in anticipo, e cercare il più possibile di far accadere le situazioni proprio di fronte a me, come in un documentario. E ogni volta che entra in scena il caos sono ancora più felice e so che questo genererà immagini di una potenza reale, più vicino alla realtà che al cinema”.
Vari gli elementi lgbt di Climax: il deejay del gruppo è Kiddy Smile, dj molto attivo nella scena militante queer francese: è stato lui a reclutare in fase preproduttiva alcuni danzatori; tra i ballerini troviamo Claude-Emmanuelle Gajan – Maull, artista, deejay, performer e attivista in transizione MtoF dal 2017. Compare anche una coppia lesbica che esploderà all’apparire di una terza ragazza la cui seduzione sembra irresistibile.
Curiosità: nell’inquadratura fissa iniziale compaiono ai bordi di un televisore alcune videocassette tra cui il capolavoro gay Querelle di Fassbinder, Suspiria di Dario Argento e Zombie 2 di Lucio Fulci.
Assurdo il divieto ai minori di diciotto anni.
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