Dopo anni di precariato in Rai – dal 1997 al 2005 – Clemente Mimun, all’epoca direttore del TG1, lo chiamò per complimentarsi di un servizio e gli offrì la conduzione del Tg1 mattina. Stefano Campagna è diventato così uno dei volti del telegiornale più cattolico d’Europa. Ieri, in un’intervista al sito www.telegiornaliste.com, Campagna ha dichiarato: «Vivo la mia vita con la quotidianità di chiunque altro. Non sono ‘dichiarato’, sono una persona che lavora e che non ha nulla da nascondere. Quella che i benpensanti chiamano ostentazione per me è vita. Mi stupisce che la cosa stupisca. E spero che smetta di stupire». Ma Campagna ammette anche di non avere avuto sempre la strada spianata: «Sono stato picchiato dai naziskin nel ’92 quando conducevo una trasmissione a tematica gay su un’emittente del Lazio, Teleregione. L’omofobia esiste ancora ed esiste ancora un certo imbarazzo. Imbarazzo dimostrato, ad esempio, dal difficile cammino dei Dico».
Raggiunto telefonicamente in Spagna dove si trova in questi giorni, Campagna afferma di non poter fare dichiarazioni senza l’autorizzazione della Rai. Un’anticipazione però la rilascia per bocca di Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma: «Campagna ha già dato, appena ottenuto il permesso dalla Rai, la sua disponibilità ad essere testimonial della prossima campagna di comunicazione di Gay Help Line 800 713 714, il numero verde anti-omofobia gestito da Arcigay Roma con il Comune e la Provincia di Roma».
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.