NEW YORK – E’ andato decisamente male nel primo fine settimana di programmazione l’Alessandro di Oliver Stone, che è riuscito a racimolare ‘solo’ 13,4 milioni di dollari di incasso e molte polemiche sui presunti contenuti omosex. Il colossal interpretato da Colin Farrell e costato oltre 155 milioni di dollari, si sistema così solo sesto nella classifica dei film più visti durante le feste del Ringraziamento, decisamente dietro film per la famiglia come ‘The Incredibles’, ‘Polar Express’ e ‘SpongeBob SquarePants Movie’.
Secondo alcuni commentatori, il ‘flop’ al box office della saga del condottiero macedone sarebbe anche il risultato della frattura culturale e morale delle due Americhe fotografata dai risultati delle elezioni del 2 novembre per la Casa Bianca: l’America sempre più sbilanciata a destra degli ‘stati rossi’ che hanno eletto George W. Bush e l’America sempre più liberal degli ‘stati blu’ che volevano il democratico John Kerry presidente.
Un film troppo ‘gay’ per quest’AmericaValori familiari dunque, contro diritti dei gay anche ai botteghini. In tre ore di pellicola il kolossal di Oliver Stone (che a Yale è stato compagno di classe di Bush) ha osato sostenere quanto gli storici da decenni danno per assodato: che Alessandro Magno era bisessuale. E poco importa che la pellicola del regista di ‘JFK’ sia stata depurata, su diktat della Warner Bros., di alcune scene giudicate dalla autocensura dei produttori fin troppo esplicite: nell’ America della destra cristiana che con successo il 2 novembre ha dichiarato guerra ai matrimoni gay, l’orientamento sessuale del condottiero in mini-toga è stato probabilmente troppo ostico da digerire.
Secondo un critico online, ‘Alessandro’ è stato un fiasco perchè “l’eroe macedone è gay” e i cristiani che pensano di andare a vedere al cinema il film di Stone “dovrebbero parlare immediatamente con il proprio pastore perchè Satana sta cercando di entrare nelle loro menti”.
I soliti moralisti incazzatiPer i cristiani conservatori il film di Stone è l’ennesimo frutto della ‘propaganda pro-gay’, l’ ennesima prova del potere corruttore della babilonica Hollywood sull’opinione pubblica. Aggiungendosi al circo delle polemiche un gruppo di avvocati greci ha nei giorni scorsi minacciato di far causa alla produzione sull’altare della asserita bisessualità dell’eroe.
Yannis Varnakos, il capo del team legale, ha scritto alla casa produttrice e al regista chiedendo che nei titoli di testa sia chiaramente indicato che “il film è pura fiction e non dipinge fedelmente la vita di Alessandro”.
Già in passato la figura di Alessandro Magno è stata fonte di controversie. Due anni fa una conferenza sull’eroe macedone fu interrotta prima della presentazione di uno studio sulla sua omosessualità. E per un’America che protesta contro ‘Alessandro il Gay’, come lo ha definito il ‘New York Post’ (tabloid del gruppo di Rupert Murdoch) ci sono, dall’altra parte della barricata, i gruppi della militanza omosex che hanno condannato il regista di ‘Platoon’ per non essere stato troppo esplicito nella raffigurazione degli amori gay del condottiero: non c’è neppure un bacio nell’edizione approdata nelle sale nordamericane tra Farrell e la sua co-star Jared Leto (Efestone), mentre Alessandro e la moglie Rossane (Rosario Dawson) sono protagonisti di una scena d’amore che poco lascia all’immaginazione.
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