Trent’anni di Festival Mix, da giovedì si cine-festeggia a Milano

Da giovedì 30 a domenica 3 luglio al Teatro Strehler il trentennale del cinefestival queer milanese con cento film e tanti altri appuntamenti.

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Grandi festeggiamenti, da giovedì 30 a domenica 3 luglio, sono in programma al Teatro Strehler di Milano per i trent’anni di Festival Mix. Tre orgogliosi decenni di cinevisioni arcobaleno iniziate nel lontano 1986 come Festival Internazionale di Cinema Gaylesbico e Queer Culture prima al Cinema Paris, poi al Pasquirolo, quindi al Manzoni per approdare poi nel 2005 nella sede attuale dello Strehler – Piccolo Teatro. Il più importante festival LGBTQI italiano subito dopo quello di Torino, meritevole di aver contribuito a creare l’immaginario queer attraverso un cinema ‘altro’ che quasi mai sarebbe riuscito a trovare sbocco nelle sale tradizionali e di aver portato in Italia autori che hanno fatto la storia del cinema tout court, da Gus Van Sant a Todd Haynes, da Barbara Hammer a Xavier Dolan.

Théo e Hugo dans le meme bateauL’edizione del trentennale diretta da Giampaolo Marzi presenta un centinaio di titoli fra lungometraggi, doc e corti, affiancati da una serie di appuntamenti off, dalle presentazioni di libri alla musica elettronica a cura di Igor Muroni, direttore del Dipartimento di Sound Design di NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti.

Si inaugura domani sera con uno dei film più d’impatto della stagione, Théo et Hugo dans le même bateau di Olivier Ducastel e Jacques Martineau, la cui scena iniziale, venti minuti in un sex club naturista parigino virato rosso fuoco che non lascia nulla all’immaginazione, sicuramente non può lasciare indifferenti. Sarà ospite uno degli attori protagonisti, la rivelazione Jeoffrey Couët che ci ha concesso un’intervista di prossima pubblicazione.

La belle saison 2Non perdetevi per nessuna ragione al mondo, sabato sera, quello che è probabilmente il miglior film queer dell’anno (già vincitore al Togay), un altro titolo francese: La belle saison di Catherine Corsini, vitale inno alla libertà sessuale attraverso una partecipata ricostruzione delle ribellioni femministe nella Francia anni ’70 osservate dal punto di vista di una militante borghese e una giovane contadina (splendide le protagoniste nominate al premio César, la solare Cécile De France e la polposa Izïa Higelin). Segnatevi anche Tangerine di Sean Baker, altra rivelazione dell’anno, miracolosamente girato con tre iPhone 5S rielaborati in postproduzione, sull’odissea urbana di due trans – le strepitose Mya Taylor e Kitana Kiki Rodriguez – alle prese con disagi e nevrosi della vita da strada. Sempre tra i film americani, non lasciatevi sfuggire lo stiloso Those People di Joey Kuhn sul tormentato triangolo fra un aspirante pittore, un affascinante pianista di colore e il figlio di un business man corrotto tra feste top nell’Upper East Side newyorchese più classy immaginabile.

Ville Marie

La possibile sorpresa dell’anno potrebbe essere il dramma famigliare Ville-Marie del quebecchese Guy Édoin in cui Monica Bellucci interpreta un’attrice che cerca di riconciliarsi col figlio gay abbandonato, Thomas (il ‘dolaniano’ Aliocha Schneider de Les amours imaginaires), a cui non ha mai rivelato l’identità del padre. La loro storia s’intreccia con quella di un’infermiera e un addetto alle ambulanze dell’ospedale che dà il titolo al film.

Le più giovani impazziranno per le ragazze israeliane di Barash, spigliata storia d’amore adolescenziale lesbica fra imposizioni famigliari e desiderio di libertà, mentre promette risate a cascata la commedia corale spagnola De chica en chica di Sonia Sebastián, versione cinematografica della prima serie spagnola a essere venduta sul mercato internazionale in dvd, Girl seeks Girl.

Scrum

Variegata la scelta dei documentari: grazie a This Is The House della grande Barbara Hammer scopriremo l’universo artistico ed esistenziale della poetessa premio Pulitzer Elizabeth Bishop, autrice della celebre (‘L’arte di perdere’), mentre l’universo testosteronico del football americano è il protagonista di Scrum diretto da Poppy Stockell, incentrato su tre giocatori omosessuali partecipanti alla Bingham Cup di Sydney, la coppa gay di rugby intitolata all’omonimo eroe dell’11 settembre.

Assolutamente necessario, in tempi di bullismo omofobico sempre più preoccupante, l’italiano Bullied to Death di Giovanni Coda, ricognizione sul tragico fenomeno dell’induzione al suicidio ai danni di giovani gay, lesbiche e trans, a partire dal caso del quattordicenne americano Jamey che si tolse la vita nel settembre del 2011 dopo ripetuti atti di bullismo. Forte del Teddy Award come miglior documentario è la coproduzione svedese-statunitense Kiki di Sara Jordenö sulla scena Voguing, una forma di danza nata nella New York underground degli anni 90, scoperta e lanciata da Madonna. Il Voguing è così un’occasione di riscatto sociale per un gruppo di giovani LGBTQI che possono esprimere se stessi e liberare la loro sensibilità artistica queer.

KikiOrganizza l’Associazione Culturale MIX Milano in collaborazione con Immaginaria, il Festival Internazionale del Cinema delle Donne con MFN – Milano Film Network, la rete dei sette festival di cinema milanesi. È patrocinato dal Comune di Milano, da Città Metropolitana e dal Piccolo Teatro con il contributo dell’Assessorato alla Cultura.

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