Sorpresa ai Golden Globe. Il film più candidato in assoluto – sei nominations – non è uno dei titoli ‘forti’ che ci si poteva aspettare, come l’atteso bio-drama sul boss gay dell’FBI "J. Edgar" di Eastwood (delusione: una sola nomination) o il politico "Le idi di marzo" con Clooney anche regista, bensì il piacevole "The Artist" di Michel Hazanavicius, un delizioso sfizio d’autore in b/n e muto (tranne l’ultima scena) sull’avvento del sonoro a Hollywood. A Cannes questo raffinato divertissement aveva fatto agguantare al protagonista Jean Dujardin il premio d’interpretazione e ora, con la segnalazione ai Golden Globes, l’attore francese diventa l’avversario numero uno agli Oscar del favorito Leo di Caprio, pare bravissimo nei panni omosex di Hoover.
La curiosità glbt della lista dei nominati consiste nel fatto che ben quattro attori notoriamente etero sono stati candidati per altrettanti ruoli di omosessuali: oltre al già citato Di Caprio, troviamo tra i non protagonisti il decano Christopher Plummer, eccellente papà gay malato di cancro nello sfortunato dramma malinconico "Beginners" di Mike Mills, uscito in Italia solo in DVD ma artefice di una notevole riscossa ai principali riconoscimenti del cinema indipendente: ai Gotham Awards ha trionfato come miglior film (ex aequo con la Palma d’Oro "The Tree of Life" di Malick!) e agli Spirit, che saranno assegnati il 15 febbraio a Santa Monica, parte agguerrito con quattro nominations.
Due attrici di razza come Glenn Close e Janet McTeer ("Carrington") sono state candidate per i loro strepitosi ruoli gender nel singolare dramma in costume "Albert Nobbs" di Rodrigo García (tre giorni fa la Close è stata ospite di Armani a New York nel suo ristorante sulla Quinta dopo la prima del film al Moma).
Mentre l’Italia resta completamente a secco di segnalazioni, l’affascinante thriller intergenere di Almodóvar "La piel que habito" è entrato nella cinquina riservata ai migliori film in lingua straniera ma dovrà vedersela col grande favorito, il bellissimo dramma famigliare iraniano "Una separazione" di Asghar Farhadi e, tra gli altri, l’esordio da regista di Angelina Jolie, "In the Land of Blood and Honey", sul conflitto bosniaco del ’92-’95.
Tra le serie tv, le immancabili "Glee" e "Modern Family" conquistano l’ennesima nomination mentre tra i mini-serial spunta il nome dell’apprezzatissima rivelazione "Downton Abbey" dalla penna di Julian Fellowes, premio Oscar per "Gosford Park", segnalata anche per le interpretazioni degli attori Elizabeth McGovern, Hugh Bonneville e Maggie Smith.
Va in onda da domenica alle 21.30 su Rete4 che ha acquistato i primi quattro episodi ed è ambientato in una sontuosa magione ai tempi di Giorgio V dove sono evidenti i conflitti di classe tra gli aristocratici dei piani alti e l’operosa servitù. Tra i personaggi principali spiccano due omosessuali: il Duca di Crowborough (Charlie Cox) e il primo valletto Thomas (Rob James Collier), uniti e divisi da un complesso rapporto sentimentale. Una scena di bacio sensuale in primo piano non è stata per fortuna censurata nella versione italiana.
La cerimonia di premiazione dei 69esimi Golden Globes si terrà il 15 gennaio al Beverly Hills Hotel di Los Angeles.
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