^f1Dopo decenni di rigidissima censura, per la prima volta in Cina viene proiettato un film sull’amore omosessuale. “Seek McCartney” (Xunzhao Luo Mai in mandarino), realizzata dal regista Wang Chao, ha atteso ben 12 mesi per ricevere l’agognato semaforo verde dalle autorità di Pechino. Ed ora andrà nelle sale. Il film racconta la relazione segreta tra un ragazzo cinese, interpretato dall’attore Han Geng, e uno francese, Jérémie Elkaïm. Nella pellicola, in coproduzione francese, compare, Audrey Tautou, una delle star simbolo del grande schermo d’Oltralpe. “Si tratta di un grande passo”, ha commentato il regista dalle pagine del suo blog
L’omosessualità è stata depenalizzata in Cina nel 1997 e rimossa dall’elenco delle malattie mentali nel 2001, ma i matrimoni tra persone dello stesso sesso o altre forme di riconoscimento rimangono proibite e molte famiglie, istituzioni e anche libri di testo trattano ancora le relazioni gay come un problema che debba essere risolto.
“Seek McCartney” è una co-produzione cinese-francese, realizzato anche con il contributo cinese e ciò spiega perché la censura abbia dato semaforo verde alla sua proiezione. La Cina permette solo che 34 film prodotti da case di produzione straniere vengano proiettati sugli schermi del mercato cinematografico secondo al mondo. E’ però vero che i film che vengono autorizzati sono normalmente quelli di grande successo, con pochissimo o nessun contenuto controverso e problematico dal punto di vista politico e senza contenuti per adulti. Ad esempio, nel 2013 il film di Quentin Tarantino Django fu tolto dalle sale all’ultimo minuto, quando venne fuori la scena integrale di nudo con uno degli attori principali, Jamie Foxx.
Gli esperti sostengono che l’approvazione per il film “Seek McCartney” non debba necessariamente essere salutata come un segno di apertura della censura cinese su questi temi. “Il fatto che questo film possa essere distribuito nelle sale cinematografiche non significa che ad altri film gay possa accadere altrettanto in futuro” ha dichiarato alla AFP Fan Popo, regista lgbt ed attivista per i diritti umani in Cina. “Il sistema di censura cinese per la valutazione dei film è infatti ancora molto instabile, perché le regole sono veramente poco chiare. Molto dipende dalla scelta dell’individuo che deve decidere”.
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