Salta, corre, si lancia nel vuoto, si arpiona con le unghie alle rocce, prende a pugni, calci, spallate, come Lara Croft guida auto, moto, mezzi pesanti, senza tradire la minima emozione: non che Tom Cruise (coproduttore del film insieme alla socia Paula Wagner) in ‘Mission: impossible 2’ reciti male, sia beninteso, ma così evidentemente vuole il personaggio dell’ovunque-reperibile agente Ethan Hunt, che però è sensuale, fascinoso, magnifico, unicamente in una inquadratura, l’unica in cui il dubbio di rischiare la pelle forse passa per la testa pure a lui, mentre fa roccia a mani nude e, scivolando, resta sospeso con le braccia aperte: un funzionalissimo zoom in avanti rivela così quanto sia bello Tom Cruise col ciuffo lungo, coi muscoli tesi, con una semplicissima canottiera nera.
Per il resto il film è un enorme, ipertrofico, fracassone videogioco da multiplex, una cartuccia di Playstation poco interattiva, ma indubbiamente divertente e visivamente abbacinante. La trama è poco più di un pretesto: l’agente Hunt viene richiamato in servizio perché il cattivo di turno ha fatto precipitare un aereo con a bordo uno scienziato che si è iniettato su di sé il virus-killer ‘Chimera’ che ammazza in 36 ore ma così facendo si è impadronito unicamente dell’antidoto ‘Bellerofonte’ mentre le uniche tre copie del virus sono rimaste in custodia nei laboratori della Biocyte Pharmaceutical. Hunt userà come esca la bella ladra Nyah, ex fiamma del cattivone Sean Ambrose, per avvicinarsi a lui.
John Woo è un maestro indiscusso dell’action movie e le sue scene di combattimento sono girate e montate splendidamente: peccato che le banalità della sceneggiatura facciano rimpiangere le sottigliezze della messa in scena di De Palma nel primo episodio, arricchito dalle elegantissime performances di Vanessa Redgrave e Emmanuelle Beart (qui c’è Anthony Hopkins ma è poco più di un cameo). E poi che fine hanno fatto i formidabili gadget da super agente segreto? Al più è rimasta qualche cimice ipodermica e gli auricolari trasmettitori, ma è poca cosa.
I fan di John Woo gongoleranno nel ritrovare alcuni vezzi registici del loro beneamato: i ralenti ossessivi alla Peckinpah, le colombe che svolazzano sul luogo dello scontro, l’uso ripetuto delle maschere come in Face-Off (ma qui si capisce subito chi ci sta sotto), la scena di danza (un flamenco ballato a Siviglia), i duelli frontali con varianti tecnologiche (bolidi su due ruote, quattro, a piedi sulla spiaggia).
Errore di (mis)casting: il cattivo, tale Dougray Scott, è purtroppo privo di qualsivoglia carisma per la parte del supercriminale da fronteggiare a
Cruise e troppo catatonico quando rincontra la bella Thandie Newton (che è esoticamente perfetta – non a caso era stata scelta da Bernardo Bertolucci come protagonista del suo stupendo ‘L’assedio’).
Battutaccia post-machista pronunciata da Scott: ‘Le donne sono come le scimmie, appena mollato un ramo si devono attaccare subito ad un altro’.
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