Pettorali guizzanti, bicipiti sinusoidali, griglie addominali da barbecue, glutei marmorei, cosce focose: chi ama i muscoli torniti da hunk pompato e testosteronico non si perda al cinema da domani l’esuberante Magic Mike del titolo, leading stripper dell’Xquisite, club per sole donne nell’umida Tampa in Florida, gestito dal frollato Dallas (Matthew McConaughey, calato nel ruolo con convinzione) che scopre nella timida new entry Adam detto The Kid un insperato talento in grado di farsi strada, fra umiliazioni e duri allenamenti, nella sua scuderia di survoltanti stalloni.
E proprio l’attore che lo interpreta, il ventiduenne Alex Pettyfer, opportunamente ‘virilizzato’ dai tempi di "Stormbreaker", non più biondo e glabro ma castano con scarmigliata barbetta, è la vera rivelazione del film: attore di origine britannica curiosamente somigliante al siderale pornoattore gay ceco Lubomir Karda, buca lo schermo col suo finto impaccio e il fisico tatuato molto meno pompato dei colleghi, dal bellissimo adone Ken interpretato dall’attore omosessuale Matt Bomer al dotato macho man Big Dick Richie (Joe Manganiello) .
Magic Mike vi sorprenderà: funziona soprattutto grazie all’ironia con cui viene affrontato l’argomento – le spettatrici si divertono, essenzialmente, e non si avverte quella patina morbosa alla "Showgirls" tipica degli stripper club per uomini etero – e nei giocosi numeri musicali, coreografati da Alison Faulk, attualmente impegnata nella supervisione delle coreografie del tour mondiale di Madonna, abbondano i riferimenti all’immaginario gay, dai Village People a "It’s Raining Men" in una cover di Countre Black, attraverso travestimenti che occhieggiano maliziosi all’hard queer, vedi Ken travestito come il Dr. Love in camice bianco o il pompiere tutto muscoli di quel ‘picconatore sessuale’ che è Big Dick Richie.
Notare che c’è una sola inquadratura di un pene – ironica anch’essa – , ed è proprio il suo, ‘ingabbiato’ in una pompetta a vuoto trasparente, a fare capolino da sotto un tavolo mentre l’inesperto Adam lo osserva esterrefatto.
Se la sottotrama sentimentale non va oltre la convenzione del genere – Magic Mike si innamora della sorella ‘compostina’ e integerrima di Adam, la solitaria Brooke (Cody Horn), la quale spererebbe per il fratello la ripresa degli studi e ben altri orizzonti professionali – l’abilità di Soderbergh sta anche nell’insinuare note malinconiche in grado di infondere spessore ai personaggi sullo sfondo della crisi economica, resa esplicita dai mille lavori di Magic Mike necessari per offrire garanzie economiche in banca.
“Quello che volevo riprodurre – racconta Channing Tatum – erano le atmosfere e l’energia dei miei otto mesi da spogliarellista, tra i 18 e i 19 anni. Ma anche la sensazione di essere in quel momento della vita in cui sperimenti e sei pronto a fare qualsiasi cosa. Puoi anche avere dei piani per il futuro, ma al momento quello che conta è la prossima paga, la prossima festa, divertirsi”.
“Nessuno dei personaggi è basato su una persona reale, neanche il mio – prosegue Tatum. – Per scelta tutto quello che accade è inventato, in quanto volevamo essere liberi di creare delle situazioni e raccontare la storia migliore”.
Da vedere.
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