Commosso e contento, Pedro Almodóvar ha ricevuto l’agognato Leone d’Oro alla carriera.
Spiega il regista:
Trentun anni fa qui a Venezia ho avuto il mio battesimo, selezionato con L’indiscreto fascino del peccato piacque al presidente di giuria Sergio Leone e alla giurata Lina Wertmuller ma non vinse nulla, giudicato ‘osceno’ dal festival diretto da Gianluigi Rondi. Mi piace pensare che il Leone alla Carriera sia un atto casuale di giustizia politica, quasi un risarcimento”.
Ero un giovane regista. Mi sembrò un fatto miracoloso essere selezionato nel 1983 ma l’opposizione di Rondi finì su tutti i giornali e suscitò grande empatia dalla stampa […] In Italia mi sento a casa. E alla Mostra del cinema di Venezia devo la scoperta del mio cinema. Pertanto grazie a tutti voi!
Ho iniziato a fare questo mestiere negli anni Ottanta quando non si parlava di questi temi, la Spagna era appena uscita da una dittatura lunga quarant’anni. Il potere di regista mi ha permesso di parlare della varietà della vita che ruotava intorno a me e ai miei personaggi strani e stravaganti: nei miei film tutti gli orientamenti sessuali erano benvenuti. Che fossero suore, casalinghe o travestiti dovevo conferire a loro libertà morale. Il mio nutrimento era la vita che respiravo nelle vie di Madrid: mi sono formato in questa università di vita.
Entusisasta anche il direttore della Mostra, Alberto Barbera:
Il suo è un cinema che parla al cuore di tutti e Almodóvar è il cineasta spagnolo che più di tutti ha saputo articolare la Spagna del post franchismo e rappresentato le donne in modo toccante e unico.
La presidente di giuria, la regista argentina Lucrecia Martel, ha sostenuto che:
La religione di Pedro è quella dell’amore.
E lo ha ringraziato:
per aver portato sullo schermo donne, omosessuali e trans.
Pedro Almodóvar ha realizzato una ventina di lungometraggi tutti scritti da sé e coprodotti col fratello Agustin con cui ha fondato nel 1985 la casa di produzione El Deseo. Ha vinto due Oscar, nel 1999 per Tutto su mia madre (miglior film straniero) e tre anni dopo per la sceneggiatura di Parla con lei. A Venezia era stata premiata nel 1988 la sceneggiatura di quello che sarebbe diventato un vero cult del cinema almodovariano, Donne sull’orlo di una crisi di nervi.
E riguardo il suo Dolor y Gloria:
Dolore e gloria riassume parole per cui provo pudore non voglio lamentarmi del dolore né mi piace vantarmi della gloria. Questo Leone d’Oro è un premio importantissimo. Qui a Venezia sono nato come regista, questa è un emozione speciale.
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