Nella notte Dolor y Gloria di Pedro Almodovar ha trionfato ai Goya 2020, Oscar del cinema spagnolo, vincendo ben 7 statuette. Miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Antonio Banderas), migliore attrice non protagonista (Julieta Serrano), migliore montaggio (Teresa Font), migliore colonna sonora (Alberto Iglesias) e migliore sceneggiatura originale (Pedro Almodóvar).
Il regista spagnolo, che non vinceva un Goya dal 2007, con Volver, ha così raggiunto quota 10, ma è stato nel corso del red carpet inaugurale che i Goya hanno partorito la notizia del giorno. Almodovar ha infatti sbadatamente svelato che Penelope Cruz, sua musa che 20 anni or sono consegnò l’Oscar al miglior film straniero a Tutto su mia Madre urlando “Pedroooo” (al fianco di Banderas), bisserà anche tra due settimane. Sarà quindi sempre la Cruz ad assegnare l’Oscar straniero 2020, bookmakers alla mano dato per certo al coreano Parasite.
Però fa inaspettatamente rumore il fatto che l’Academy abbia voluto proprio Penelope, icona del regista spagnolo, nuovamente sul palco, esattamente due decenni dopo il primo Oscar vinto da Almodovar, poi nel 2003 riuscito a bissare grazie allo script di Parla con Lei. Che Almodovar possa vincere la sua terza statuetta, domenica 9 febbraio, grazie al suo personale 8 e 1/2? Che possa definirsi un ‘caso’, questa incredibile coincidenza di Penelope (con Banderas nominato come miglior attore, tra le altre cose)?
Dolor y Gloria, già vincitore del Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes e dell’European Film Award per il miglior attore, è stato nominato a due Oscar, contro le 6 candidature strappate dallo strepitoso Parasite di Bong Joon-ho, in corsa anche per la regia, la sceneggiatura, la scenografia, il montaggio e soprattutto il miglior film.
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