Poco più di 25 anni fa, era il 30 settembre del 1994, usciva nelle sale d’Italia Priscilla – La regina del deserto dell’allora 30enne Stephan Elliott, presentato nella sezione Un Certain Regard del 47º Festival di Cannes.
Costato appena 2 milioni di dollari, il film sceneggiato dallo stesso Elliott ne incassò più di 11 solo negli Stati Uniti d’America, arrivando a vincere persino l’Oscar per gli iconici abiti di Lizzy Gardiner e Tim Chappel, passati praticamente alla Storia. Interpretato da Terence Stamp, Hugo Weaving, Bill Hunter e Guy Pearce, il film divenne di culto praticamente immediatamente.
Bernadette Bassenger, Mitzi Del Bra e Felicia Jollygoodfellow sono i nomi d’arte di Ralph, Anthony ‘Tick’ Belrose e Adam Whitely, ovvero una transessuale e due drag queen che si esibiscono nei più famosi gay bar di Sydney. Improvvisamente, i tre decidono di abbandonarla per fare spettacoli nel deserto a bordo di Priscilla, il loro malconcio e bus tour tutto rosa.
Un road movie in salsa drag, attraverso l’eccezionale outback australiano, tra lustrini, tacchi alti, battute fulminanti, accettazione, lotta all’omofobia, lacrime, sorrisi, canzoni indimenticabili e abiti memorabili. Quello di infradito indossato da Mitzi costò appena 8 dollari. L’American Express negò l’autorizzazione ad un abito interamente realizzato con carte di credito, poi indossato dalla geniale costumista Lizzy Gardiner agli Oscar del 1995, quando vinse l’ambita statuetta. Nel 2006 il film è andato incontro all’inevitabile musical teatrale, premiato con un Tony e accompagnato in tutto il mondo da entusiastiche recensioni. Italia compresa.
Perché 25 anni dopo, Priscilla è rimasta un’eccezionale Regina.
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