Si sta comportando benissimo Puoi baciare lo sposo di Alessandro Genovesi, da sette giorni al cinema e nella giornata di ieri riuscito ad incrementare gli incassi rispetto a giovedì scorso del 25%, arrivando ad un totale di 1.251.476 euro.
Un ottimo risultato per la commedia LGBT Medusa, che ha come protagonisti Salvatore Esposito e Cristiano Caccamo, coppia gay pronta a sposarsi dopo aver fatto coming out in famiglia. Un film ben accolto dalla critica e dal pubblico, visto l’ottimo passaparola, ma neanche a dirlo attaccato dagli immancabili estremisti cattolici. Filippo Savarese, co-fondatore del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” nonché portavoce di Generazione Famiglia – La Manif Italia, ovvero gli ideatori del tristemente celebre Bus dell’Omofobia, ha infatti pubblicato un duro attacco social nei confronti della pellicola e della scuola italiana, parlando addirittura di ‘deportazione’ ai danni di minori.
“Poco fa mi ha chiamato una mia amica, madre di 5 figli, per avvisarmi che la figlia, 13enne, primo anno al Liceo Amaldi di Roma, stamattina è stata condotta e anzi deportata con la sua e con altre classi in Aula Magna a vedere ‘Puoi baciare lo sposo’, l’ultimo film di Genovese sulla storia di una coppia gay“.
Deportazione al cinema. A questo siamo arrivati, nell’imbarazzante e volgare tentativo di affondare un film solo e soltanto perché centrato su una coppia di omosessuali.
“Questo ennesimo episodio di propaganda politica e ideologica su minorenni, come sempre all’insaputa dei genitori, non merita ‘dialogo’. Merita il più alto grado di ira. Perché esiste una Santa Ira che a suo tempo deve – deve – essere impiegata. Alla mia amica ho assicurato tutto l’aiuto possibile, e consigliato di riunire subito un gruppo di genitori per protestare con la Dirigenza della scuola, e di mandare avanti il marito, che ha una vena notevole quando serve. Una volta dentro la Presidenza deve gridare. Certo: gridare.
Chi di dovere deve capire che ci sono limiti superati i quali si rischia seriamente. E per davvero. Usate la massima diplomazia nel costruire un rapporto di fiducia con la scuola. Usate la massima (Santa) Ira quando la scuola viola questa fiducia. Difendete i vostri figli“.
Difenderli da cosa non è chiaro. Forse dai genitori ciechi e sordi che ritrovano in casa una volta tornati da scuola. Noi omosessuali esistiamo e in quanto tale pretendiamo quella rappresentazione televisiva e cinematografica che lentamente, finalmente, sta prendendo piede anche in Italia. Alla scuola, che ha il compito di educare gli studenti al rispetto e all’inclusione, il dovere di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per riuscire nell’intento. Cinema in testa.
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Sai che trauma...a 13 anni si può essere benissimo già in grado di guardare un film (tra l'altro una commedia) con spirito critico, le proiezioni nelle scuole servono a questo a porsi domande e confrontarsi con gli altri su ciò che si è appena visto (vedi i ragazzi del festival di Giffoni).