Queer Lion a tutto trans : i premi del nono leoncino arcobaleno rispecchiano appieno la cinetendenza gender riscontrata non solo a Venezia 72 ma più in generale nella produzione contemporanea a tematica lgbt. La giuria composta dal critico americano Alonso Duralde, da Daniel N. Casagrande, creatore del Queer Lion, e da Marco Busato, delegato generale dell’associazione culturale CinemArte, ha scelto The Danish Girl di Tom Hooper “per la rappresentazione semplice ed onesta dell’identità gender all’interno di un matrimonio, che grazie anche ad una confezione di prim’ordine porterà il proprio importante messaggio ad un pubblico vasto”. Una menzione speciale va a un altro titolo gender, il polacco Baby Bump di Kuba Czekaj presentato nella sezione Biennale College “per aver trattato le difficoltà di un giovanissimo adolescente ad accettare e comprendere i cambiamenti del proprio corpo, e la complicata ricerca della propria identità sessuale, attraverso lo sguardo libero ed innocente di un bambino, grazie ad uno stile che richiama ed omaggia le onde innovatrici del cinema polacco e cecoslovacco degli anni Sessanta”. La giuria ha inoltre sottolineato con soddisfazione la presenza di numerose opere con tematiche e personaggi lgbt (la competizione si è dilatata durante il festival a quattordici titoli complessivi ).
Il grande sconfitto risulta la rivelazione venezuelana Desde Allà di Lorenzo Vigas – Variety parla di ‘debutto impressionante per grazia, sottigliezza e tensione’ – sul gestore solitario di un negozio di protesi dentarie, Armando (Alfredo Castro), il quale paga ragazzi di strada per farli spogliare davanti a sé senza toccarli – Desde Allà significa ‘Da lontano’ – finché non incontra il violento Elder (Luis Silva) con cui instaurerà una complessa relazione sbloccando l’anaffettività di Armando. “L’omosessualità in Venezuela è stigmatizzata, siamo una società machista – ha dichiarato il regista in conferenza stampa – ma nel mio film si parla soprattutto di rapporto padre e figlio, un tema che mi ossessiona”. “In Desde Allà non è piaciuta la visione mercenaria dell’omosessualità – ci spiega Casagrande – legata anche al divario di età tra i protagonisti. Dava una connotazione estremamente negativa della sessualità vissuta in questo modo. Gli altri film che abbiamo preso in considerazione per il premio sono stati Arianna e Spotlight”.
“Arianna ci è sembrato molto coraggioso ma un po’ datato nell’impianto – continua l’altro giurato italiano, Marco Busato – e con uno snodo narrativo che ci ha dato fastidio; Spotlight ha qualitativamente convinto tutti e tre ma la tematica lgbt è in realtà fuori campo”.
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