“Some Prefer Cake”, a Bologna si celebra il cinema lesbico

Da stasera a domenica la settima edizione del festival lesbico bolognese dedicato alle donne sudafricane stuprate e uccise. Tra gli ospiti Cheryl Dunye e Aurélie Lemanceau. Focus sul cinema cinese.

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Da luglio 2012 ben cinque lesbiche sudafricane di colore sono state brutalmente uccise in Sudafrica. È dedicata a loro, e a tutte le ragazze gay di quella zona del mondo, vittime dell’odio lesbofobico e di stupri collettivi, la settima edizione di Some Prefer Cake, festival lesbico bolognese che s’inaugura stasera e proseguirà fino a domenica al Nuovo Cinema Nosadella.

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Variegato e interessante il parterre di ospiti internazionali, a partire dalla performer e attrice anglofrancese Aurélie Lemanceau, il cui volto campeggia fiero e androgino sul manifesto della kermesse. Domani sera alle 20.30 darà vita a una sua ‘special performance’ e potremo vederla a ottobre al cinema nel capolavoro saffico di Kechiche La vie d’Adèle in cui interpreta il piccolo ruolo di Sabine. Sarà presente anche l’interessante regista di origini liberiane Cheryl Dunye che avevamo scoperto negli anni ’90 grazie al vivace mockumentary The Watermelon Woman, vincitore di un Teddy e di un Togay. A lei è dedicata la retrospettiva di quest’anno, in cui si potrà vedere The Owls del 2010, presentato alla Berlinale, sulle ex componenti di un gruppo musicale lesbico di successo ora in crisi esistenziale tra droga e alcol.

Alla regista belga Marie Vermeiren, anche coordinatrice del festival lesbico Elles Tournent, è affidata la “Carta Bianca” di un interessante focus dedicato al cinema lesbico cinese, ancora vietato pubblicamente dalle autorità locali.

Sono 51 i film presentati per «celebrare la ricchezza del cinema lesbico», come recita il claim, con 28 prime di cui 8 europee: si apre stasera alle 21 – anche se è ufficialmente un evento “pre-festival” – al “Senza Filtro” di Via Stalingrado col cortometraggio polacco The Kiss di Filip Gieldon seguito dal doc americano Camp Beaverton diretto da Ana Grillo e Beth Nelsen. La serata si chiude col concerto live del trio Kalweit and the Spokes (vi ricorderete di Georgeanne Kalweit, voce dei Delta V) che presenteranno un’anteprima del loro ultimo album “Mulch”.

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Tra i titoli da segnarsi: la commedia romantica teen dai risvolti horror Jack e Diane di Bradley Rust Gray, il dramma trans iraniano Facing Mirrors e l’esilarante Who’s Afraid of Vagina Woolf? con Guinevere Turner di Go Fish. Venerdì alle 16 sarà presentata la prima puntata della webserie LSB – The Series scritta e diretta da Geraldine Ottier e Floriana Buonomo mentre sabato alle 12 verrà mostrato in anteprima il quinto capitolo della premiata Re(l)azioni a catena del collettivo torinese Le BADhOLE.

Da non perdere, domenica alle 10.30, la tavola rotonda Emergenza, raptus e delitto passionale sulla costruzione mediatica del femminicidio in Italia, da distinguere dal “femicidio”, ovvero l’uccisione di una donna per motivi di genere, come spiegato da Elisa Coco dell’Associazione Comunicattive che parteciperà all’incontro insieme ad Anna Pramstrahler e Cristina Karadole della Casa delle Donne di Bologna, alla giornalista Barbara Romagnoli e alla giurista Barbara Spinelli.

Tra gli altri eventi collaterali, le mostre fotografiche di Lola Flash e Hana Pesut presso il “Senza Filtro” e, nello spazio dei Giardini Lorusso, le presentazioni di libri (l’e-book ‘Visioni lesbiche’ di Federica Fabbiani e il saggio ‘Virginia Woolf. Ho comprato la mia libertà’ di Alessia Ballini).

La giuria lungometraggi è composta dalla regista Marie Vermeiren, dalla giornalista Emanuela Giampaoli e dalla professoressa di semiotica Cristina Demaria; sceglierò invece i migliori cortometraggi Claudia Mauti, programmatrice del Festival Mix, insieme alle giornaliste Nadia Pizzuti e Francesca Clementoni. Organizza il Fuoricampo Lesbian Group con la direzione artistica di Luki Massa.

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