"Nessuno vuole scoparsi Obama. Ha le orecchie da elefante. Non è quella la parte dell’elefante che vogliono". È una delle battute tranchants di Tommy Banigers, cronista sportivo omosex interpretato da Woody Harrelson, nuovamente in un ruolo gay, questa volta secondario rispetto a The Walker, nella passabile commedia sentimentale modaiola Amici di letto: istruzioni per l’uso di Will Gluck.
Sulla scia del trend hollywoodiano che condisce la melassa romantica alla Nora Ephron con impepata sexy/disinibita, responsabile della sfornata di Amici, amanti, e… il cui spunto era praticamente identico, qui sono i bellocci Justin Timberlake e Mila Kunis (saffichella in Cigno Nero) a giurare amicizia eterna, questa volta su un’applicazione della Bibbia per I-Pad: il product placement Apple nel film è talmente sfrenato che non risparmia nemmeno i titoli di coda (rimanete fino alla fine: segue una scena tagliata).
Amicizia eterna, dicevamo; il che significa: giri di lenzuola disimpegnati, non ci innamoriamo, per carità. Ovviamente ci cascano entrambi. E a spiegarlo è proprio l’amico gay Tommy: "Non funziona mai, fratello. È una ragazza: per loro il sesso significa molto di più di quello che ammettono".
Lui è Dylan, il neo-direttore artistico del magazine GQ rintracciato proprio da lei, Jamie, cacciatrice di teste un po’ pasticciona (lei preferisce l’espressione "reclutatrice di esecutivi" perché "suona meno terrificante"). Così, da blogger losangelino con sei milioni di visite al mese, Dylan si ritrova a New York ai vertici creativi di una delle più prestigiose riviste di costume.
Il personaggio gay di Tommy interpretato da Woody Harrelson ricalca lo schema da manuale che fu appannaggio dell’antesignano Rupert Everett ne Il matrimonio del mio migliore amico: il confidente del protagonista – in quel caso era una lei, quella signora di Julia Roberts – un po’ più scafato per quanto riguarda il sesso proprio perché gay, con spazio narrativo ridotto perché "spalla", quindi caratterista, ma toni brillanti e trasgressione senza esagerare ("Nessun problema. Più pesci per me" esclama Tommy quando Dylan gli dice che non è gay). Lo stereotipo queer è fortunatamente bandito: Tommy è piuttosto virile, atletico, bravo a giocare a basket e fa sorridere lo spettatore quando trasforma un set fotografico in una specie di backstage degli apollinei "Dieux de Stade".
La coppia Timberlake-Kounis sprigiona sufficienti scintille per rendere credibile l’alchimia tra Dylan e Jamie ma sono più simpatici i personaggi secondari, Tommy compreso: la mamma tardo hippy della protagonista, che non sa nemmeno la nazionalità del padre di sua figlia (Patricia Clarkson di Dogville, sempre ficcante) e il papà con Alzheimer di Dylan che ha il volto vissuto del candidato all’Oscar Richard Jenkins (la malattia è molto "ammorbidita": al più si dimentica i pantaloni in giro).
Molti i riferimenti lgbt: nella prima scena, per far capire subito allo spettatore che il protagonista non è gay, Dylan si rovescia addosso una bibita e chiede a un collega di prestargli i suoi pantaloni ma quando questi gli mostra repentinamente il sedere nudo, Dylan rimane interdetto e fa la stessa richiesta a un altro ragazzo; la mamma di Jamie piomba a casa della figlia e pensa che questa sia impegnata con un’inesistente fidanzata; il giovane oncologo con cui ha un appuntamento Jamie teme che lei debba rivelargli di essere un uomo come gli è già capitato due volte.
Veloce, smaltata, turistica – L.A. e soprattutto New York sono da spot pubblicitario, con tanto di scene di massa per due flash mob a Times Square e Grand Central Station – Amici di letto è una romanticommedia ben confezionata che non aggiunge nulla al genere ma si lascia vedere.
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