La compagine di supereroi più ‘diversi’ e meno omologati della storia del fumetto, i Mutanti della Marvel, torna sul grande schermo col terzo capitolo di una delle saghe più amate dal pubblico: ‘X-Men: Conflitto Finale’, da oggi nelle sale italiane. Un nuovo regista (Brett Ratner di ‘Red Dragon’ che sostituisce Bryan Singer) e nuovi ingressi tra i protagonisti: il Dr. Henry McCoy più noto come la Bestia (Kelsey Grammer), abile genetista tramutatosi in colosso dall’agilità sovrumana dopo aver fatto da cavia ad uno dei suoi esperimenti e divenuto ‘Segretario per la Questione Mutanti nel gabinetto del Presidente degli Stati Uniti’ (tre ore di trucco al giorno ad opera di Bart Mixon della Spectral Motion).
Un altro peso massimo è Juggernaut, interpretato da Vinnie Jones, un macigno guerresco a detta dell’attore «un mercenario, una macchina da combattimento. È membro della Fratellanza, ma questo non vuol dire per forza che condivida l’avversione di Magneto per la cura. A lui interessa solo combattere». Ma la new entry che più allieterà i fan gay della saga è indubbiamente Angel (Ben Foster, davvero angelico, con zazzera bionda e occhi azzurri), figlio dell’industriale miliardario Warren Worthington II, il cui gene della mutazione lo ha dotato di due splendide e funzionanti ali piumate. Non mancano poi Callisto (Dania Ramirez), capace di localizzare i mutanti, l’Uomo Multiplo (Eric Dane) col potere di replicare se stesso in sette copie e Leech (Cameron Bright) il cui dono mutante è quello di eliminare qualsiasi potere dei ‘colleghi’.
Ci sarà pure una sorta di risurrezione, la telepatica Jean Grey che nel secondo episodio era annegata nel lago Alkali per salvare gli X-Men – ma i veri fan avranno sicuramente colto dall’ultima inquadratura che la signora aveva ancora qualcosa da dire. Torneranno poi i protagonisti assoluti della saga: i due leader contrapposti, ossia il superomista Magneto (Ian McKellen) e il telepatico Xavier (Patrick Stewart), la Rogue di Anna Paquin che non può toccare nessuno perché ne assorbe l’energia, il ferino e bellissimo Wolverine-Hugh Jackman con gli indistruttibili artigli in adamantio ma anche Tempesta, Mystica, Colossus, Iceman e l’antitetico incendiario Pyro, nonché il più ‘modello’ di tutti, il perfetto James Marsden nel ruolo di Ciclope.
La trama è quanto mai progressista e antirazzista: un’importante casa farmaceutica
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La trama è quanto mai progressista e antirazzista: un’importante casa farmaceutica ha trovato una cura per eliminare il gene dei mutanti e azzerare così ogni differenza con gli uomini e il popolo dei ‘superdiversi’ si trova a combattere una lotta all’ultimo sangue per preservare la propria unicità e peculiarità. Un chiaro messaggio contro il conformismo e i pregiudizi, come confermato da Sir Ian McKellen che in conferenza stampa a Cannes, dove il film è stato presentato fuori concorso, ha fatto un riferimento diretto all’essere gay: «Nella misura in cui alcuni personaggi pensano ancora che l’omosessualità è una malattia e bisognerebbe trovare la cura – come nel caso del colore della pelle – questo ruolo è depositario di un messaggio particolare, destinato ai giovani che, in una maniera o in un’altra, si trovano esclusi dalla società perché sono differenti dagli altri». Anche Halle Berry – Tempesta – si è ritrovata direttamente parte in causa: «Sul piano sentimentale, mi sono sentita molto vicina a questo soggetto.
In quanto femmina di colore, l’idea che questo governo possa imporre un antidoto per cancellare la mia identità mi sembrava orribile. Avevo una reazione emotiva molto forte in rapporto a questa possibilità. Quando mi è stato chiesto di partecipare a questo progetto ho subito detto sì. Invitare bambini e genitori a riflettere su questo è molto importante». La diversità, per l’etero Patrick Stewart, ha però altre sfumature: «Il mio handicap, quando ero giovane, era la povertà. Da bambino avevo paura di essere inferiore. Per tutta la mia vita, tutto ciò che riguardava l’uguaglianza tra gli uomini era fondamentale ai miei occhi. Penso che ci voglia una società dove esiste un’uguaglianza di possibilità.
Lo si vede nel film. Bisogna rispettare l’identità di ciascuno».
Il regista Brett Ratner ha confermato di essere rimasto sulla scia del predecessore per rispettare l'”anima” dei personaggi: «Ciò che ha fatto Bryan Singer costituiva una sorta di quaderno con gli impegni base per me. Volevo assolutamente rispettare il tono e seguire gli sviluppi che lui e gli attori avevano creato. Il pubblico s’è attaccato ai personaggi e bisognava restare fedeli a loro. Il mio obiettivo era seguire ciò che era stato brillantemente cominciato e andare ancora più lontano nella conoscenza degli eroi e delle loro emozioni».
Spettacolarità garantita e azione esplosiva ad alto tasso di adrenalina, complici sofisticati effetti speciali per i passaggi scenograficamente più grandiosi, quali quello in cui Magneto strappa dalle fondamenta il Golden Gate per trasformarlo in una passerella che gli permetta di accedere all’isola di Alcatraz. Una curiosità: per ringiovanire i personaggi di vent’anni nel flashback iniziale è stato usato uno speciale software detto ‘Lola’ che ha cancellato ‘digitalmente’ le rughe di Xavier e Magneto.
Ma sarà davvero l’ultimo episodio della saga?
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