Non ha ancora aperto i battenti e già dà scandalo. La mostra "Nackte Männer" ("Uomini nudi"), in programma dal 19 ottobre al 28 gennaio presso il Leopold Museum di Vienna, importante istituzione che possiede, tra l’altro, la più vasta collezione al mondo delle opere di Egon Schiele, intende offrire una “panoramica senza precedenti sulla percezione della nudità maschile dall’800 a oggi”. Il manifesto scelto, l’opera "Vive la France" (2009) dei francesi Pierre & Gilles, ritrae tre calciatori nudi frontalmente e rappresenterebbe la multiculturalità della Francia, per l’appunto simboleggiata da un atletico maschio d’origine africana, un arabo e un francese. Ma dopo il coro di proteste sollevato dai viennesi turbati dal soggetto, gli organizzatori hanno censurato l’immagine con una pecetta rettangolare rossa ad altezza inguine.
“Abbiamo ricevuto molte proteste ma non è stato nostro intento ferire la sensibilità di nessuno – spiega il portavoce del museo Klaus Pokorny -. Parecchia gente era così arrabbiata da farci temere per la sicurezza dei visitatori del museo. Stupisce, però, quanta resistenza causi ancora oggi la rappresentazione della nudità”.
All’ingresso del museo campeggia l’installazione "Mr. Big" di Ilse Haiders, una scultura alta circa quattro metri e mezzo che riproduce le fattezze di un uomo nudo sdraiato sul lato sinistro e realizzata "a strati" in modo da creare una sorta di effetto prospettico e consentire ai visitatori di passeggiare attraverso di essa.
L’esposizione consta di circa 300 opere, un excursus che va in realtà da esempi di dipinti su antichi vasi greci e reperti dell’Antico Egitto fino a opere contemporanee di Warhol, Hockney, Mapplethorpe, Zobernig, Krystufek e molti altri, la cui arte dialoga col concetto di identità e genere acquisendo significati anche politici contro la repressione sociale. Uno speciale approfondimento è dedicato al soggetto dei bagnanti nudi all’aria aperta, tema presente in Henry Scott Tuke, Paul Cézanne e Edvard Munch. Particolare enfasi viene data al cambiamento della percezione dell’uomo nudo dopo il 1945, quando nuove idee alternative sulla mascolinità si sono trovate a confrontarsi con le identità di genere nella società postbellica.
Nell’arte e nella cultura, il nudo maschile ha assunto un nuovo significato: non è più percepito solo come un soggetto attivo e convogliatore di idee ma anche come un oggetto esplicitamente erotico.
“Negli anni passati, la rappresentazione dell’uomo nudo ha conquistato una presenza pubblica inedita – spiegano i curatori Elisabeth Leopold e Tobias G. Natter -. Al tempo stesso, vogliamo rispondere con questa mostra al fatto che alcune categorie un tempo fermamente rigide quali ‘mascolinità’, ‘corpo’ e ‘nudità’ sono ora rimesse in discussione a un ampio livello sociale”.
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