Le storie d’amore gay del celebre musicista sono ancora oggi un tema discusso nell’omofoba Russia: un libro le riporta a galla.
Le sue amatissime opere, Lo Schiaccianoci, Il Lago dei Cigni, La Bella Addormentata, non hanno salvato Piotr Ilic Chaikovskij dallo stigma per la propria omosessualità.
Né in vita, né dopo la morte. Ora un libro riporta alla luce le sue lettere d’amore gay censurate per anni in Russia.
“The Tchaikovsky Papers: Unlocking the Family Archive” raccoglie parte delle oltre 5mila missive lasciate dal compositore, alcune delle quali non sono state pubblicate in Russia, nemmeno nella più recente edizione del 2009, tentando la folle “impresa” di nascondere l’omosessualità di una delle più grandi figure della cultura russa.
Tra le lettere d’amore censurate quella dedicata a un giovane servo, “che amo – scrive il musicista – come non mai”. “Mio Dio, che creatura angelica e quanto vorrei essere io il suo schiavo, il suo giocattolo, il suo oggetto”.
“Il mio appuntamento era stato organizzato per stasera – si legge nelle note di Chaikovskij – Che dilemma così terribilmente dolce! Alla fine ho deciso di andare. Ho passato due ore assolutamente splendide e nella situazione più romantica. Ero impaurito, elettrizzato, mi spaventava anche il più impercettibile rumore”.
“Abbracci, baci, un appartamento nascosto – conclude il compositore – che tenera chiacchierata, che piacere!”.
O come quando Chaikovskij scrisse al fratello dall’Italia: “Alle nove ho avuto voglia di fare una passeggiata e sono uscito. Alcuni “ruffiani”, hai capito di che genere, hanno intuito cosa volessi e non mi hanno più lasciato andare. L’amo che stavano usando per agganciarmi come preda era uno splendido giovane”.
“Ho dovuto mettere su una resistenza perché l’amo stava funzionando, ma non gli ho dato ragione alla fine – continua il compositore – Non so se volessero ricattarmi o semplicemente scucirmi dei soldi, ma non mi sono fatto fregare”.
Il libro è stato pubblicato dalla Yale University negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
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Il libro in questione è la traduzione inglese dell'edizione originale russa del 2009, curata dall'allora direttrice della Casa Museo di Ciaikovskij a Klin. In esso comparivano una selezione delle quasi 5.400 lettere superstiti lasciate dal musicista, alcune delle quali comparivano per la prima volta non tagliate. Al vero però, nei lustri precedenti, quelle stesse lettere erano in parte già apparse tanto in versione tagliata che completa a cura di editori russi e in Occidente per opera di Alexander Poznansky, uno specialista russo emigrato negli anni '70 del secolo scorso in USA ed attualmente iol maggior biografo vivente dopo la morte dell'inglese David Brown il più accreditato commentatore occidentale sul compositore. Tutte le lettere di Ciaikovsky sono reperibili in russo e tradotte in inglese quasi per intero (in corso di completamento) a cura di Brett Langston sul sito accademico inglese "Tchaikovsky Research". http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Main_Page