La sua missione è far sognare la gente, e Claudia Gerini ci riesce benissimo. Quando la incontro sono passati pochi minuti dalla quattordicesima replica romana del suo one woman show “Storie di Claudia”. Spettacolo meravigliosamente friendly che andrà in scena fino a domenica 17 gennaio al Teatro Quirino. Dal vivo, la Gerini del cinema italiano, non è bella: è bellissima. Ha il corpo sottile fasciato in un pantalone anni ‘70, i capelli mossi e un trucco da scena. A guardarla bene sembra ancora una ragazzina, nonostante Claudia non abbia mai fatto mistero sulla sua età. Ma cosa spinge una stella del cinema italiano, con all’attivo più di quarantacinque film, a tornare a calcare i palcoscenici dei teatri più importanti d’Italia? “Mi ha spinta la voglia di mettermi alla prova. Di rimettermi in gioco. Erano tanti anni che non tornavo in scena e questa è la mia prima volta da sola”, racconta l’iconica Claudia e aggiunge: “E’ uno spettacolo molto gaio, colorato e divertente”.
Il tuo segno zodiacale avrà ancora, per un anno e mezzo, saturno tra le scatole. Saturno porta cambiamenti e rimettere ordine nelle nostre vite. Come vive Claudia i cambiamenti?
Amo i cambiamenti, le sfide, i viaggi e la voglia di fare sempre cose diverse. Mi riconosco molto nel sagittario, nonostante l’ascendente in gemelli. Dai cambiamenti cerco sempre di cogliere il positivo ed è una cosa che dovremmo imparare a far tutti.
Sei stata e sei ancora una sex symbol. Come vivi il passare degli anni?
Mi credi se ti dico che sono più interessata al cambiamento interiore? Non vivo il passare degli anni come un involuzione, ma bensì come una vera e propria evoluzione. Sono una donna piuttosto energica e, ora come ora, non mi spaventa invecchiare.
Cosa spinge una stella del cinema italiano a tornare in teatro?
Il teatro è una palestra che non andrebbe abbandonata mai. Mi ha spinta la voglia di mettermi alla prova. Di rimettermi in gioco. Erano tanti anni che non tornavo in scena e questa è la mia prima volta da sola. Il teatro, in passato, mi portò molta fortuna. In tempi non sospetti feci uno spettacolo al Teatro Colosseo di Roma e lì, una sera, venne Verdone dove mi vide e mi scritturò per Viaggi di Nozze.
Dov’è che la Gerini trova la sua dimensione?
Ho sempre prediletto il cinema perché è meno impegnativo a livello organizzativo. Quando hai una famiglia, con due bambine, le tournee sono tanto pesanti da gestire. Io mi sento a mio agio ovunque anche se, con il teatro, ti arriva un’energia, dal pubblico, a dir poco magica.
Questo spettacolo è piuttosto friendly..
Friendly è dir poco (ride, ndr). E’ uno spettacolo molto gaio, colorato e divertente. Io durante lo spettacolo evoco molti personaggi tra cui Carmen Miranda. Canto la sua “Tutti frutti hat” che, tradotta, significa: “la gente dice che io mi vesto gaia. Ma io mi sento troppo gaia”.
Ti sei mai chiesta come mai piaci tanto al mondo gay?
Me lo sono chiesta, ma non mi sono mai data una risposta. Non so se il merito è del mio passato televisivo, a Non è la Rai, o delle scelte cinematografiche fatte. Sta di fatto che ne vado molto fiera.
Piuttosto nel 2011 sei stata madrina dell’Europride romano. Che ricordi hai di quella giornata?
Una giornata indimenticabile che ha visto sul palco del Circo Massimo anche Lady Gaga. Io ero vestita con un vestito a pois, di Prada, e avevo una ‘cofana in testa mai vista prima. Pare che fossimo quasi due milioni. Tutti uniti per richiedere dei semplici diritti.
E come vivi il fatto che, dal 2011 ad oggi, non è cambiato assolutamente niente?
Sono arrabbiata, triste e dispiaciuta. L’Italia è un Paese antico e ancora troppo maschilista. Ti sembra normale che Renzi deve combattere, con i suoi stessi colleghi di partito, per dei diritti che sono segno di civiltà? Marino aveva provato a fare il registro delle Unioni Civili e poi guarda che fine hanno fatto. Che tristezza.
Tu, da mamma, sei favorevole alle adozioni gay?
Ovvio. Pensa che io ho una coppia di amici che hanno avuto due bambini, con l’aiuto dell’utero in affitto, in America. Ora vorrebbero anche una bambina e io gli ho detto: ma perché non adottate anziché ricorrere, di nuovo, all’utero in affitto?
E loro?
Loro lo farebbero subito se solo in Italia fosse possibile. E’ impensabile che una coppia non possa adottare. Io sono favorevole anche alle adozioni per i single, gay e non. Se ci sono i presupposti per adottare perché uno deve lasciare quei poveri bambini ad un deserto affettivo?
Hai mai parlato di omosessualità con le tue figlie?
Certo che si.
E come gliel’hai spiegata?
Nel modo più semplice che c’è. Gli ho spiegato che esistono tanti tipi d’amore e che nessun amore è più importante di un altro. Poi, in verità, i figli della coppia dei miei amici, sono coetanei di mia figlia Linda e, per loro è tutto nella normalità. Ed è giusto che sia così.
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