Perché la comunità LGBT va pazza per la notte di Halloween? E’ presto detto. Dietro la festa, c’è un ideale di emancipazione personale, di espressione di sé e realizzazione di sé. Un ideale che non perde il suo valore o il suo significato, anche se ci si traveste da vampiro o da infermiera sexy. Non vi ricorda nulla? Non vi ricorda forse una parata per un gay pride? Ogni marcia è trasgressiva, tra bandiere, musica e qualcuno vestito con abiti stravaganti!
Parliamo quindi di un senso più profondo rispetto alla festa “dolcetto o scherzetto?“, perché la notte del 31 ottobre anche coloro che ancora non sono dichiarati posso essere sé stessi, anche se dietro una maschera. Non è solo una festa: è la possibilità di vivere liberamente la propria vita.
Partiamo con un po’ storia
Nei tempi antichi, Halloween era originariamente un insieme di due tradizioni. C’era quella celtica, chiamata Samhain (la fine dell’estate). E quella romana, Feralia che celebrava anche i frutti della stagione autunnale. Erano due celebrazioni distinte, ma dedicate ai propri cari morti.
Come spesso accade, dopo la conquista dei celti i romani decisero di accomunare le due feste, per cercare di unificare le due culture. Secondo i celti, indossando delle maschere ci si proteggeva dai defunti, che tornavano sulla terra per prendere le anime dei vivi. Le maschere indossate li confondevano, e proseguivano la loro ricerca.
La storia “gay” di Halloween
Arriviamo (quasi) ai giorni nostri. Siamo negli Anni ’70 quando la comunità LGBT di San Francisco, più precisamente nel quartiere di Castro, decide di organizzare una festa in grande stile per festeggiare Halloween, truccandosi e travestendosi. Nel giro di pochi anni, il 31 ottobre è diventata la festa “non ufficiale” della comunità, un modo per ritrovarsi ogni anno nella stessa zona, per un grande party che non è rivolta solo alle persone LGBT naturalmente, ma anche a quelle etero. Già negli Anni ’80, anche i grandi quartieri in molte altre città iniziarono a organizzare le feste di Halloween, tra cui Greenwich Village.
L’autore di “Halloween: from Pagan ritual to Party Night” Nicholas Rogers, ha spiegato che in particolare la comunità LGBT è riuscita a prendere la festa di Halloween e trasformarla in un festival trasgressivo (proprio come un gay pride), dove tutti possono travestirsi come meglio credono, e divertirsi per tutta la notte. Difatti, da rito pagano per festeggiare la fine dell’estate, il 31 ottobre è diventata una festa celebrata quasi in tutto il mondo.
Insomma, se Halloween oggi è internazionale, un po’ è merito anche della comunità LGBT. La notte del 31 ottobre era vista come quella in cui un uomo poteva travestirsi da donna, e viceversa. Ma erano sempre gli Anni ’70. Agli inizi, donne e uomini venivano arrestati per indossare abiti del sesso opposto, fatto considerato appunto reato (travestitismo). Nel corso degli anni, però, la Polizia non sapeva più cosa pensare, vedendo una pluralità di uomini vestiti da donna e donne vestite da uomini, decidendo quindi di non arrestare nessuno per travestitismo nella sola notte di Halloween.
Nessun collegamento a Satana o a demoni vari, dunque. Ma una semplice festa, la vigilia del giorno dedicato ai defunti, durante la quale potrai travestirti, fingerti un’infermiera sexy, un vampiro, uno spietato assassino ed essere il più trasgressivo possibile!
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.