I bigotti americani sono furiosi: uno dei loro beniamini, il professore di filosofia Allan Bloom, è stato sputtanato alla grande da uno scrittore al di sopra di ogni sospetto come il premio Nobel Saul Bellow, che nel suo romanzo “Ravelstein”, appena uscito per la casa editrice Viking, mette in piazza i vizi nascosti del suo amico Bloom, che anche se nel libro si chiama Abe Ravelstein è ormai riconosciuto e riconoscibilissimo. Saul Bellow ha svelato che Bloom, moralista e fustigatore dei costumi, anti gay e anti femminista, sostenitore dell’illegittimità del nazionalismo nero, era in realtà anch’egli omosessuale, lo teneva nascosto ma non seguiva certo la castità, e come tutti i moralisti e bigotti era probabilmente più “lussurioso” di coloro che fustigava pubblicamente con le sue affermazioni. Non solo: Saul Bellow rivela anche che Allan Bloom non sarebbe morto di emorragia interna, come era stato riportato da tutta la stampa sulla base delle notizie diffuse. Sarebbe invece stato ucciso dall’Aids.
L’America si è divisa in due: da una parte i conservatori attaccano Saul Bellow accusandolo di infangare per farsi pubblicità la memoria di un suo amico e collega al “Committee on Social Thought” di Chicago, dall’altra le associazioni gay, nere e femministe che plaudono alla verità venuta a galla e sostengono che Bellow non ha alcun bisogno di farsi pubblicità. Non tutti però, nemmeno fra i progressisti, si schierano apertamente dalla parte di Saul Bellow, che viene accusato comunque di aver dato in pasto al pubblico una storia privata, dimostrando cinismo e insensibilità. Lo scrittore americano si difende dicendo che lo stesso Allan Bloom gli aveva chiesto di raccontare la sua vita. Il romanzo infatti lascia intendere chiaramente che il rapporto che legava Saul Bellow a Bloom era un’amicizia erotica, e che il filosofo americano appassionato di Platone, Machiavelli e Nietzsche si dedicava con gioia agli eccessi erotici. Tuttavia i dettagli biografici nel romanzo sono meno importanti dell’atmosfera emotiva che si respira nel legame fra Saul Bellow e Allan Bloom. Bellow non è nuovo alla tematica omosessuale nei suoi libri, ma stavolta la cosa lo riguarda da vicino: a ottantaquattro anni, appena diventato di nuovo padre con la figlia che gli ha dato la sua quarta moglie, Bellow fa piazza pulita di moralismi e distinzioni mettendo a nudo il filosofo bigotto ma anche se stesso. In America il libro sta andando a ruba, una vera e propria bomba editoriale. Gli echi dello scandalo si sono già fatti sentire anche in Europa, dove il libro, Italia compresa, dovrebbe uscire dopo l’estate. Resta qualche dubbio: l’amicizia erotica tra Allan Bloom e Saul Bellow, ovvero tra un bigotto moralista e un Nobel per la letteratura, avrebbe potuto produrre qualcosa di più in vita e qualcosa di meno dopo la morte di uno dei due. Come dire: è magra consolazione la sottile gioia di neri, donne e gay nello scoprire che Bloom fustigava anche se stesso. Non sarebbe stato meglio saperlo quando era ancora in vita? Neanche Saul Bellow, da tutta questa storia, ne esce tanto bene.
di David Fiesoli
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