Torna a Roma il Garofano Verde, la rassegna teatrale a cura di Rodolfo di Giammarco, giunta alla quindicesima edizione, che negli anni ha offerto al pubblico un ampio ventaglio: dalle drammaturgie storiche agli autori affermati, fino ai più giovani, misurando il polso a riflessioni, creazioni e traduzioni in linguaggi del corpo, su latenti o esplicite sensibilità e condizioni omosessuali della nostra epoca.
Dal 3 al 26 giugno al Teatro Belli sarà possibile vedere, ma anche rivedere storie “di ispirazione omo-sessuale”, perché in questa occasione si è deciso di affiancare a due inediti le riprese di alcuni spettacoli storici. Dopo l’apertura con i “Racconti di giugno”, scritto e interpretato da Pippo Delbono, stasera vi sarà “Tondelli”, letture di Giorgio Barberio Corsetti per cogliere la visione del mondo cruda e al tempo stesso ironica e con un fondo di commozione di un grande scrittore dall’ottica pungente e partecipe del mondo esterno e dall’intimità più vulnerabile.
Il 6 e 7 giugno sarà la volta di “Sabbia”, di e con Eleonora Danco; seguito, il 9 e 10, da “Picchì mi guardi si tu sì maculo”, di e con Giancarlo Cauteruccio: un monologo in calabrese, in cui l’autore indaga, attraverso la propria sessualità, “nei conflitti di questo ‘corpo estremo’ che instancabilmente porto in giro nelle strade di città sovraccariche di segni, disagi, conflitti, detriti”. Il 13 e 14 sarà la volta di una mise en espace a cura di Luciano Melchionna: “Brokeback Mountain”, tratto, come l’omonimo film di Ang Lee vincitore del Leone d’Oro a Venezia, da “Gente del Wyoming” di Annie Proulx.
Il 15 e 16 andrà in scena un testo scritto e diretto da Emma Dante, “Mishelle di Sant’Oliva”: “Mishelle era la prima ballerina dell’olimpià di Parigi: una bella donna, alta, bionda, con la pelle liscia ca parìa di sita e soprattutto ddà taliata c’avìa ca ti faceva addiventare nico nico…”. Ad attenderla ci sono un marito e un figlio, il quale, durante l’assenza di lei, ne ha assunto l’identità, gettandosi avidamente nei labirinti di un quartiere palermitano del sesso. Il padre non vorrebbe guardare, sapere, ammettere, ma, come scrive l’autrice, nel Sud c’è anche l’omosessualità…
Il 17 e 18 giugno “Under my skin” di Massimo Bavastro, testo che, ammette il regista Daniele De Plano, lo ha folgorato per la frase “Stai qui, abbracciami. Cosa ci faccio io con tutta questa competenza se te ne vai?", parole che esprimono un concetto d’amore che è conoscenza dell’altro ma anche, implicitamente, delle cose che l’altro non vuole conoscere. A seguire, il 19 e 20, “Signorine”, con la regia e coreografia di Virgilio Sieni, ispirato ad alcune opere di Samuel Beckett.
Infine, ecco gli inediti: Altri Amori • Corti Teatrali Gay 2, diretto da Marcello Cotugno e nato dall’idea di montare insieme pezzi brevi eterogenei, risultati di esperimenti microtestuali di un corso di scrittura scenica: situazioni al limite, drammi duri in poche battute, sketch bizzarri e monologhi feroci di vari autori contemporanei. In scena il 22 e 23 giugno.
Chiude la rassegna il 25 e 26 giugno “Alan Turing e la mela avvelenata”, di Massimo Vincenti, diretto da Carlo Emilio Lerici. Un carteggio immaginario fra Alan Turing e sua madre (il matematico nella realtà gettava nel cestino le lettere della madre senza leggerle), intervallato dalle voci del Tribunale, che a nome della Regina, decise la rovina di una delle menti più geniali del XX secolo, pioniere dello studio della logica dei computer e fondamentale per i destini della seconda guerra mondiale. L’Inghilterra prima lo decorò con l’Ordine dell’impero Britannico, poi lo fece membro della Royal Society, infine lo processò per atti osceni in quanto omosessuale, e lo condannò alla castrazione chimica. Ipersensibile, incompreso e circondato dall’ostilità dell’ambiente scientifico, il matematico inglese si suicidò mangiando una mela al cianuro, ultima stravaganza di una vita originale.
di Flavio Mazzini
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.