IL VERO CODICE DA VINCI

Un progetto per ridare a Leonardo la sua dignità di omosessuale. Un fumetto racconta le vicende amorose (e tormentate) del genio toscano.

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Negli ultimi mesi tutti avranno sentito nominare almeno una volta Il Codice da Vinci di Dan Brown. Probabilmente si è trattato del primo vero caso editoriale globale del nuovo millennio, vuoi per il contenuto dell’opera, vuoi per le polemiche che hanno accompagnato il suo successo (e l’uscita del film ad esso ispirato). In ogni caso è indubbio che il romanzo è stato capace di ridestare l’interesse attorno alla figura di Leonardo da Vinci (1452-1519), il genio rinascimentale che -attraverso le sue opere- è stato un po’ la chiave di volta di tutta la vicenda.

Di Leonardo si è parlato ovunque e in ogni modo e, a prescindere dal romanzo in sè, Dan Brown ha avuto l’indubbio merito di farlo diventare un vero e proprio fenomeno di costume (e ne sa qualcosa chi fa la coda per ammirare il “Cenacolo” di S.Maria Delle Grazie a Milano). Tuttavia c’è stato un aspetto della vita di Leonardo che, a quanto pare, non è stato riportato all’attenzione del pubblico. Non ci è dato sapere se è stata un scelta commerciale, un semplice tabù legato alla “sacralità” dell’artista o, più semplicemente, una conseguenza dei rigurgiti conservatori degli ultimi anni, tuttavia non è tornato alla ribalta il fatto che ci sono buone ragioni per supporre che Leonardo da Vinci fosse omosessuale.

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Al di là della mancanza di prove relative ad una sua vita “etero”, a sostegno dell’ipotesi gaia ci sono diversi documenti. Il primo riguarda un accusa per sodomia a carico di Leonardo nel 1475: a quanto pare il ventiquattrenne Leonardo avrebbe avuto rapporti sessuali con un diciassettenne di nome Jacopo Saltarelli. Leonardo venne assolto per insufficenza di prove, ma da allora divenne estremamente riservato riguardo alla sua sessualità (anche se molti dei suoi disegni “privati”, avevano soggetti indubbiamente omoerotici). In ogni caso fra i tanti motivi che hanno contribuito a dare a Leonardo la fama di omosessuale, il primo posto spetta alla sua controversa relazione con un giovane di nome Gian Giacomo Caprotti (1480-1524), soprannominato Salai (ovvero “agnellino di satana”, per via del suo carattere difficile e capriccioso). Il rapporto fra Leonardo e Salai ebbe inizio fra il 1490 e il 1494, in seguito il ragazzo venne adottato dall’artista e lo seguì durante le sue peregrinazioni fra le corti italiane e francesi: i due non si separarono fino al 1517-18. Eppure Salai era un pessimo soggetto: dagli appunti di Leonardo stesso sappiamo che era un individuo ozioso, infido, bugiardo e viziato. Come se non bastasse non era affatto portato per le arti (a differenza degli altri “garzoni” adottati dagli artisti dell’epoca), e a quanto pare aveva la tendenza a sperperare i soldi di Leonardo fra feste e bei vestiti: oggi non sarebbe esagerato definirlo un “mantenuto”. A quanto risulta dalle fonti storiche non aveva altre doti che non fossero un aspetto piacente, “bei capelli biondi e ricci” e una non meglio precisata “indole servizievole”.

Evidentemente col tempo anche Leonardo si accorse che non era saggio fare troppo affidamento su di lui, e nonostante continuasse a frequentarlo decise di adottare un nuovo garzone

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Evidentemente col tempo anche Leonardo si accorse che non era saggio fare troppo affidamento su di lui, e nonostante continuasse a frequentarlo decise di adottare un nuovo garzone nel 1509: il suo nome era Francesco Melzi (1491-1568), e divenne erede dei beni mobili di Leonardo quando questi morì. Generalmente quando si parla di Leonardo da Vinci si tende ad omettere questa lunga e tormentata vicenda, che pure costituisce tutto quanto ci è dato sapere sulla sua vita privata. Evidentemente Salai è un dettaglio decisamente scomodo da ricordare, e non se ne può parlare senza gettare una luce ambigua su una delle figure più geniali e ammirate della storia umana.

Eppure qualcuno ha provato ad infrangere questo secolare tabù: nel 1995 l’etichetta Vertigo (la branca più adulta e sperimentale dell’editore statunitense DC Comics) ha dedicato un’intera miniserie a fumetti alle vicissitudini di Leonardo e Salai. Il titolo è emblematico: CHIAROSCURO – The Private Lives of Leonardo da Vinci, e proprio per cavalcare l’onda de “Il Codice da Vinci”, l’editore ha recentemente pensato di riproporre l’opera in un unico volume. Si tratta senza dubbio di un’idea originale e atipica per il panorama americano, regno incontrastato dei supereroi e -comunque- sempre molto restio a trattare temi storici o “esotici”. Eppure si tratta di un lavoro decisamente riuscito: la ricostruzione del rinascimento italiano (dai costumi, alle architetture, agli sfondi) è meticolosa e precisa, i personaggi sono resi in maniera adulta e -cosa curiosa- persino le opere d’arte sono riprese in maniera credibile.

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Il fumetto non contraddice i fatti storici, ma sopperisce alle inevitabili lacune con una buona dose di creatività. In questa storia Salai nutre una profonda passione per Leonardo, ma quest’ultimo non riesce ad andare oltre ad un’intenso amore platonico. Da qui avrebbe origine il comportamento sbandato del giovane, che non è capace di dare valore alla sua vita e a quella del prossimo. Il fatto che poi sia un giovane avvenente (in questo fumetto diventa persino amante di Michelangelo, e gli autori immaginano che lo scultore lo abbia usato come modello per il suo David), non fa altro che accentuare gli aspetti più decadenti e turpi della sua esistenza, sempre in bilico fra il bisogno d’amore e i suoi malcelati impulsi autodistruttivi. La storia alterna lunghi flashback che descrivono il passato di Leonardo (compreso il famoso processo per sodomia) all’evoluzione del suo rapporto con Salai.

In realtà gli eventi narrati sono quelli che lo storico Vasari (1511-1574) legge fra gli appunti di Leonardo che sono stati conservati da Francesco Melzi (ora un uomo attempato), e che gli servono per redigere la prima biografia ufficiale dell’artista. Francesco Melzi, però, ha sempre invidiato l’amore di Leonardo per Salai, e alla fine del racconto si scopre che piuttosto di mostrare a Vasari gli scritti che lo testimoniano preferisce bruciarne la maggior parte, per farne perdere il ricordo…Giunti alla fine di questo racconto, insolitamente realistico e dal sapore decisamente aspro, non si può fare altro che apprezzarne l’originalità e prendere atto degli sforzi compiuti dalla squadra di autori che ha seguito il progetto -ancora molto audace e coraggioso- a distanza di oltre un decennio dalla prima pubblicazione. D’altra parte non si può fare a meno di constatare è che nessun editore italiano ha mai osato tanto, e neppure ha preso in considerazione l’idea di tradurre questo fumetto nella nostra lingua. La cosa triste è che questa scelta -considerando la situazione italiana- non stupisce affatto.

Abbiamo parlato di:
Titolo: “Chiaroscuro: The Private Lives of Leonardo da Vinci”
Editore: Vertigo
Lingua: Inglese
Costo: 22.50 $

Reperibile negli internet bookstore come www.amazon.com e www.ibs.it

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di Valeriano Elfodiluce

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