MILANO – Chi non ha mai ammirato un poster di James Dean appeso al muro della cameretta propria o di quella di un amico? Se parliamo di miti quello dell’idolo di ‘Gioventù bruciata‘ è uno dei più resistenti.
Sono passati 50 anni da quel 30 settembre del 1955 quando la Porche dell’attore ventiquattrenne si schiantò ad un incrocio nei pressi della desolata cittadina californiana di Paso Roble. Una tragica fatalità che mise fine a una giovane vita e diede inizio a un vero culto.
“James Dean. Cinquant’anni di mito: 1955 – 2005” è il titolo della mostra realizzata da GiovanBattista Brambilla alla Libreria Babele di Milano (Via S.Nicolao 10, www.liberiababele.it), in cui è esposta la collezione di cimeli accumulati in più di vent’anni di ricerche: poster cinematografici, cartoline, copertine di riviste, libri, dischi (uno rarissimo, uscito nel 1956 con addirittura Dean che canta e suona un bongo durante una jazz session), francobolli, gadgets e altre memorabilia dedicate a James Dean saranno visibili da sabato 17 settembre (inaugurazione alle ore 18,30).
Nella mostra anche alcune fotografie assolutamente inedite per l’Italia di Dean che assume pose provocatorie, da vero ribelle, decisamente insolite per l’epoca: «in una – spiega Brambilla – è addirittura fotografato a casa del suo agente, in gabinetto, mentre risponde al telefono con perfetta noncuranza!».
«Quando, da ragazzino nel 1975, adocchiai una foto di James Dean su un giornale mi sembrò molto fuori moda, pettinato in maniera ridicola e vestito strano – racconta ancora il curatore della mostra – Vidi poi un suo film ed impazzii letteralmente. Non mi riebbi più. Lo elessi a fratello maggiore. Anno dopo anno, lo investii di significati sessuali ben diversi».
Ma che posto occupa il mito di James Dean nell’immaginario gay? E’ ancora Brambilla che commenta: «Nei primi anni ’80 il celebre cantante inglese Steven Morrissey degli Smiths aveva dato nuovo impulso al culto di James Dean dedicandogli anche un libro e fondando tutta la sua poetica sul culto di quest’attore, non senza esplicite connotazioni d’omaggio amoroso gay. Ed, in effetti, questa fu proprio l’ultima frontiera, privata e sino ad allora inesplorata, su cui andò ad ormeggiarsi definitivamente l’immagine di James Dean.
L’aspetto della sessualità gay di James Dean, quello vero non il “divo” (cioè il Dio) in cui fu trasfigurato dai fans adoranti, restò un lato censurato e rimosso a lungo, sebbene voci siano sempre circolate a tale proposito, ufficializzate con l’uscita del pettegolo ed irriverente libro Hollywood Babilonia di Kenneth Anger. Per non parlare dei particolari, via via rivelati nel corso degli anni, da importanti biografie scritte da Joe Hyams, Paul Alexander e Donald Spoto (quest’ultima tradotta anche in italiano nel 1996)».
La mostra che inaugura sabato alla libreria Babele sarà visitabile fino al 2 ottobre.
^SJames Dean. Cinquant’anni di mito: 1955 – 2005^s
di Giovanbattista Brambilla
Inaugurazione sabato 17 settembre alle ore 18,30, in mostra fino a domenica 2 ottobre
www.liberiababele.it
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