L’amore gay è una “Dolce Pace” in esposizione a Treviso

Una serie di ritratti "casalinghi" di coppie omosex residenti nella città veneta mentre si gustano un gelato come nel flash mob non autorizzato a giugno. L'autrice è la fotografa catalana Laia Abril.

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L’amore gay? Due cuori e un po’ di panna (gelata). Questo il messaggio della mostra fotografica Dolce Pace allestita presso lo spazio espositivo XYZ nel centro di Treviso e visitabile fino al sette agosto. Una serie di ritratti "casalinghi" di coppie omosessuali residenti nella città veneta mentre si gustano un gelato, realizzati da Laia Abril (in foto), fotografa documentarista catalana venticinquenne che lavora per Fabrica, già autrice di un fortunato reportage sulla comunità lesbica giovanile di Brooklyn, Femme Love. Affiancata alla mostra ci sarà anche un’installazione interattiva con foto di persone che hanno aderito all’iniziativa da ogni parte del mondo attraverso i social network.

Il progetto di Dolce Pace nasce da un’idea del giovane curatore argentino Salvador Perez, ispirata a un flash mob organizzato il 9 maggio 2009 davanti alla gelateria Dolce Freddo gestita da un bellunese nel quartiere Schöneberg di Berlino. Davanti alle sue vetrine una cinquantina di coppie omosessuali si baciarono al grido di: "Baciamoci fino a che non arriva il padrone!". La protesta collettiva era dovuta al fatto che due giorni prima una coppia di donne che avevano appena comprato un gelato furono cacciate per essersi baciate all’interno del locale.

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Il 28 giugno scorso è stato anche organizzato un incontro in piazza Duomo a Treviso, in cui si invitavano i partecipanti a mangiare un gelato insieme per dire no all’omofobia e ogni forma d’intolleranza. Ma l’amministrazione locale non concesse la piazza per l’evento (ricordiamo i proclami antigay del vicesindaco leghista Gentilini) e alcuni esponenti di Forza Nuova minacciarono ripercussioni violente se avesse avuto luogo. Il flash mob si tenne lo stesso, nonostante il dispiego di transenne, e alcune coppie etero e gay si scambiarono innocui baci senza alcuna conseguenza.

Così, il vernissage di Dolce Pace, tenutosi nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, è stato precauzionalmente presidiato dalla Digos per evitare eventuali atti di vandalismo. «Prendere un gelato è un gesto pacifico, quotidiano – spiegano gli organizzatori – un fatto concreto in grado di unire e di attenuare i conflitti. Lo possono fare tutti e lo si può gustare in diversi modi: da soli, insieme ad un amico, al nostro compagno/a o alla nostra famiglia. Mangiare un gelato, assaporarne la sua dolcezza, sentirne la cremosità, significa vivere un momento di piacere, di godimento. Tutti gli individui del mondo, dal freddo gelido di Mosca al caldo torrido di Brasilia, associano l’azione di prendere un gelato a un sentimento di distensione, rilassamento, tranquillità o di allegria e divertimento se il gelato viene preso in compagnia».

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L’obiettivo dell’esposizione è «restituire alla comunità un senso di compattezza – continuano gli organizzatori – dando risalto a quegli aspetti di quotidianità e ‘normalità’ che accomunano la vita di tutti, omosessuali ed eterosessuali. Ma anche fare crescere intorno a questa proposta un cambiamento culturale, sociale e politico, quindi promuovere il rispetto verso le minoranze sessuali. La mostra non nasce con l’intento di essere un’orgogliosa ostentazione dell’amore omosessuale: la forza comunicativa nell’arte, relazionata ai fatti di più viva attualità, rappresenta un mezzo sensibile attraverso il quale dissolvere i pregiudizi negativi che ostacolano le relazioni delle minoranze col resto della comunità».

La mostra Dolce Pace è aperta dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20, presso lo Spazio XYZ in via Inferiore 31 a Treviso (www.spazioxyz.org).

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