Ma che c’entra Nietzsche con Alessandro Golinelli? Il suo ultimo intricatissimo romanzo si intitola semplicemente 6° (Il Saggiatore, pp. 186, Euro 14,00). Forse perché è il suo sesto libro o forse perché ci sono dentro tante di quelle cose che deve essere stato difficile attribuirgli un titolo che lo rappresentasse tutto. Il risvolto di coperta elenca i molti personaggi della storia: ex fidanzati post-delinquenziali, bellezze russe, poliziotti ucraini, amici di scacchi, vicine rissose e filosofi tedeschi convinti di essere dio, cioè Friedrich Nietzsche e una porzione della sua vita e delle sue vicende d’amicizia e d’amore vissute con Paul Ree e Lou von Salomé.
Questi inserimenti nella storia principale risultano piacevoli ma sfugge il legame che unisce le idee rivoluzionarie del filosofo tedesco con le vicende del protagonista del romanzo, Leone Ardemagni, un documentarista baciato dalla fortuna che si ritrova a gestire una pay tv con i soldi di finanziatori spagnoli. Forse Golinelli vuole suggerire un’equazione fra il filosofo tedesco e il suo protagonista, entrambi animati da idee rivoluzionarie riguardo alla vita e alla cultura. Oppure Golinelli, quale novello Thomas Mann, si riconosce, come scrittore e come borghese, nella diagnosi che Nietzsche ha fatto della cultura moderna della decadenza, una cultura nella quale si è infranta l’unità dell’arte. Sembra infatti che Golinelli affermi che oggi la cultura sia ormai povera cosa, alimentata di quello che il commercio gli dà per sopravvivere. La televisione di Leone Ardemagni trasmette film porno di notte e programmi culturali di giorno. Insomma tempi duri per l’arte nel precario mondo della new economy governato dall’utilità e dal profitto.
Forse questo è il romanzo più maturo e ambizioso di Alessandro Golinelli, si apprezza la fluidità dello scrivere e lo stile diretto e semplice. Ma molto meno semplici risultano invece le motivazioni del romanzo, il perché di questa lunga e affollatissima storia. L’autore non giustifica narrativamente la presenza del filosofo tedesco, non spiega alcuni passaggi e, cosa ben più grave, non si sa come va a finire la storia. Romanzo dal finale aperto? Sappiamo soltanto che arrivati all’ultima pagina non si capisce se abbiamo appena finito di leggere una storia poliziesca, un libro erotico, un romanzo filosofico o un pamphlet sulla new economy. Peccato, sarebbe bastato davvero poco per dipanare il caos che lo scrittore vuole raccontare e fornire qualche chiave di lettura più chiara per fare di questo romanzo un libro del tutto gradevole e intelligibile senza la necessità di fare appello alle capacità intuitive del lettore che sempre più spesso viene chiamato a colmare le lacune comunicative di molti dei nostri scrittori.
Alessandro Golinelli
6°
Il Saggiatore, pp. 186, Euro 14,00
di Alberto Bartolomeo
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