L’editore Sironi pubblica Così ti ricordi di me. È buffa la coincidenza col titolo del film di Gabriele Muccino, Ricordati di me. Le due opere sono uscite quasi contemporaneamente. Ma qui siamo da tutt’altra parte, si affrontano temi molto diversi.
Nicola Gardini è al suo primo romanzo ma non è arrivato alla narrativa per caso. Insegna letteratura comparata all’università, dirige il mensile “Poesia” insieme a Nicola Crocetti, e per la sua casa editrice ha recentemente curato la bella raccolta di liriche gay Il senso del desiderio. Insomma, non è un dilettante e si capisce. Leggendo il libro si sente che dietro alle parole, alla storia, ai gesti dei protagonisti c’è una riflessione profonda su come e cosa porgere al lettore. Ma non pensiate a un romanzo artificioso. Tutt’altro. Il risultato è un’assoluta semplicità della prosa che si legge con grande piacere, mentre impercettibili significati si posano sul fondo della nostra coscienza e germogliano facendoci ripensare alla storia e ai suoi personaggi per molti giorni dopo aver letto il libro. Non è un caso che l’autore abbia dimestichezza con la poesia e sia poeta egli stesso. Perché la poesia è un esercizio di sintesi e per essere grande poesia deve contenere significati che vadano dritti al cuore e fermentino. Il romanzo di Gardini è così, come una poema ricco di suggestioni, alcune evidenti, altre sottilissime e penetranti.
Il protagonista è Oreste, un bambino di sette anni che con la mamma giunge dagli Stati Uniti in un paesino molto povero del Sud Italia per trascorrere l’estate con la nonna e la zia che non ha mai conosciuto. In realtà la madre, fuggita quattordici anni prima per sottrarsi alle severità familiari, torna a casa dopo che il suo matrimonio in America è fallito. Ma qui viene sopraffatta dal dolore della sconfitta e di ritrovarsi nella stessa miseria alla quale era sfuggita e abbandona momentaneamente il figlio alle cure della sorella che lo accoglie come un figlio. Il piccolo si ritrova dunque in un mondo mai visto finora, solo e spaurito fra persone sconosciute alle quali chiede disperatamente affetto e attenzione. Quando la mamma tornerà a riprenderlo, lui le si rivolterà contro, tanto è il dolore e la rabbia per quelle lunghe settimane di solitudine che ha trascorso rintanato in casa a coccolare un cane e a proteggersi con le sue fantasie da bambino.
Il valore letterario di questo romanzo sta anche nel modo in cui Gardini presenta il protagonista che viene raccontato con grande delicatezza e cautela. I riferimenti a una sua probabile attrazione verso i maschi (che potrebbe essere soltanto il momentaneo effetto dell’assenza della figura paterna) sono molto discreti ma precisi e colpiscono per l’assoluta veridicità. Molto significativo per esempio è l’episodio in cui il protagonista si ritrova coinvolto in un innocente gioco erotico infantile che lascia assolutamente indifferente il ragazzetto che lo costringe a farlo ma che turba enormemente Oreste alla vista del suo sesso.
Non è di certo un romanzo di genere perché contiene molte altre cose che ne fanno semplicemente un buon libro di narrativa ma se la nostra letteratura di argomento omosessuale va verso la direzione intrapresa da Nicola Gardini, va nella direzione giusta.
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di Alberto Bartolomeo
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