500 anni fa moriva Leonardo da Vinci, genio tutto italiano da poco omaggiato in sala da Luca Argentero con il pessimo Io, Leonardo, e a breve atteso in Rai con una mini-serie. Sulla presunta omosessualità di Leonardo si sono scritte centinaia e centinaia di pagine, con una nuova opera che tornerà ad affrontare l’argomento nel cuore di Londra.
Il 9 novembre alla V&A prenderà vita una produzione dalla durata di 50 minuti composta da Alex Mills e con il testo del drammaturgo Brian Mullin, che si concentra sulle relazioni personali di Da Vinci con due dei suoi assistenti più stretti: Salai, rimasto al suo fianco per oltre 20 anni, e Francesco Melzi, che ne ha ereditato la tenuta dopo la sua morte nel 1519. L’intenzione è quella di fornire uno sguardo inedito sulla vita emotiva e sulla sessualità di Leonardo, avvicinandosi alla mente e all’uomo che ha realizzato alcune delle opere d’arte più famose al mondo. Da Vinci sarà interpretato dai Fretwork (virtuosi di strumenti ad arco) e dai cantanti Tom Randle, Feargal Mostyn-Williams e Richard Immerglück, che saliranno sul palco del Lydia & Manfred Gorvy Lecture Theatre al V&A di South Kensington. La produzione è stata creata dopo ampie consultazioni con due importanti esperti da Vinci, ovvero il professor Martin Kemp dell’Università di Oxford e il curatore dell’attuale mostra di Leonardo a Buckingham Palace, Martin Kemp.
Nel 1476, quando aveva appena 24 anni, da Vinci e altri tre giovani vennero arrestati e accusati di sodomia, anche se le accuse furono successivamente ritirate. Gli storici non hanno mai trovato prove concrete legate ad eventuali rapporti con donne, mentre le speculazioni sulla sua sessualità risalgono al 16° secolo.
I biglietti, che costano dalle 15 alle 22 sterline, sono disponibili a questo indirizzo.
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