Abbiamo seguito con forte interesse il movimento sociale che si è andato a costruire intorno al fenomeno Non Una Di Meno. Dalla preparazione al corteo, passando per le polemiche che hanno infiammato gli animi nei giorni precedenti alla manifestazione del 26 novembre 2016 (LEGGI) ma non solo: abbiamo anche seguito lo strano fenomeno di cancellazione selettiva dalle notizie sul corteo di giornali e telegiornali (LEGGI) fino alla rielaborazione della giornata (LEGGI), con un appello alla lotta comune (LEGGI).
E il nostro interessamento non finisce qui: uno dei soggetti protagonisti, Degender Communia, ci ha invitati a discutere l’uscita del libro collettivo Ni una menos: dichiariamo guerra alla violenza di genere presso la libreria Antigone a Milano sabato 25 febbraio, ore 18.
Un incontro aperto a tutt* per parlare del percorso femminista oggi, in Italia.
Tra i relatori prenderò posto, con onore, anche io, per rappresentare la redazione di Gay.it. Parleremo di come il fenomeno “Ni Una Menos”, partito dall’Argentina nell’ottobre 2016 e approdato in Italia nel novembre successivo. Per alcuni analisti individuato come la terza ondata femminista, per il proprio carattere differente dal femminismo degli anni ’70 (seconda ondata), poiché internazionale, intimamente politico e “intersezionale” (per saperne di più, clicca qui). Nel movimento Non Una di Meno si è sviluppato l’obiettivo comune di cambiare quelle strutture direttamente coinvolte nella discriminazione di genere e nella violenza patriarcale (un termine antico che, purtroppo, risulta ancora attuale), si è identificata una matrice comune per i movimenti dei diritti sociali e civili – dal femminismo alle lotte LGBT, passando per i diritti dei migranti, dei lavoratori, etc.
Cosa c’è di diverso in Non Una di Meno e perché dovrebbe interessare alle persone LGBTI?
Parte di questa domanda verrà indagata proprio nell’incontro a Milano, aperto a tutte e tutti, alla Libreria Antigone. Sin da ora si può notare come la rivendicazione femminista di Non Una di Meno abbia obiettivi precisi: rivendicare un piano antiviolenza nazionale che parta dal basso, ovvero da chi la violenza la subisce e la combatte quotidianamente. Quindi, rifinanziare i centri antiviolenza sparsi sul territorio che seguono e sostengono le donne maltrattate, che hanno visto tagli dalle regioni fino al 70%; riformare la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza (aborto ndr.) per assicurare il diritto sancito dalla legge, ma negato alcune strutture pubbliche, come nel caso del Molise. Ma non solo, si chiedono diritti per le persone LGBTI, in un percorso comune che vada contro l’eteronormatività e il “modello Mulino Bianco” di famiglia.
L’invito è rivolto, da parte mia, a tutte le persone interessate alle lotte sociali della molteplicità LGBTI+, anche a chi non concorda con la visione “intersezionale”, ovvero, che crede nella divisione settoriale delle lotte (o di alcune di esse). Un’occasione, quella di sabato 25 febbraio, per poter confrontarci insieme sui discorsi sulle tematiche femministe, sulle donne, sui ruoli e gli stereotipi di genere, sul machismo e sulle lotte LGBTI+, faccia a faccia e non mediati da uno schermo.
Da non dimenticare che tre settimane dopo il nostro incontro ad Antigone ci sarà lo Sciopero Globale delle Donne dell’8 marzo, che coinvolgerà più di 40 paesi nel mondo. Occasione per capire cosa produca un evento come questo e in che direzione si debba andare.
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