Vincitore di due David di Donatello, del Premio speciale della Giuria al Tribeca Film Festival e di ben 5 Nastri d’Argento, ‘Mine Vaganti’ ad oggi è uno tra i film (corali) più famosi di Ferzan Ozpetek. E ora proprio questo film, co-sceneggiato insieme a Ivan Cotroneo, diventa una bellissima pièce teatrale con grande cast di richiamo. Tre giorni da tutto esaurito al Teatro Comunale di Caserta, luogo in cui si è svolta la prima nazionale, ma la rappresentazione arriverà a Roma tra un mese al Teatro Ambra Jovinelli, per toccare poi Macerata, Bari, Torno e diverse città italiane per un lunghissimo tour di spettacoli.
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Un’impresa non facile quella di trasportare in teatro tutta la magia di Mine Vaganti, eppure la scommessa di Ferzan Ozpetek è stata più che vincente. La rappresentazione infatti brilla proprio perché è capace di catturare tutto lo spirito del film, costruendo due ore di grande spettacolo. La disfunzionale famiglia Cantone rivive attraverso i volti di Francesco Pannofino (ruolo che è stato del compianto Ennio Fantastichini), Paola Minaccioni, Aurturo Muselli (volto di Gomorra qui alle prese con l’interpretazione che al cinema è stata di Riccardo Scamarcio), Giorgio Marchesi (che non fa rimpiangere Alessandro Preziosi), e poi Caterina Vertrova, insieme a Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini e Edoardo Purgatori.
La storia come nel film si focalizza sul coming out del fratello più grande che sconvolge, apparentemente, la quiete di una famiglia salentina, proprietaria di un pastificio. Una presa di coscienza che mette in gioco una serie di eventi, anche tragi-comici, che inevitabilmente gettano uno sguardo sulla società contemporanea. Cambia il linguaggio, cambia la scenografia, ma il messaggio di Mine Vaganti resta sempre lo stesso. La presa di coscienza, la voglia di vivere un amore alla luce del sole, i megane familiari e di coppia, sono solo alcuni dei punti focali della rappresentazione, i quali vengono affrontati con una particolare vena comica di grande impatto, senza dimenticare un pizzico di drammaticità. Speculare al film di riferimento, la versione teatrale di Mine Vaganti è un viaggio sentimentale ed evocativo che va vissuto fino all’ultimo minuto.
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