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Abbiamo già parlato del successo e del peso che ha avuto l’opera di Tom of Finland nella definizione dell’immaginario gay degli ultimi decenni (clicca qui), e quindi non stupisce il fatto che abbia ispirato decine di artisti più o meno capaci. Tuttavia, come accade spesso in questi casi, la maggior parte di questi sedicenti "discepoli", non ha fatto altro che assimilare le caratteristiche più appariscenti dello stile di Tom (come i corpi muscolosi e dotati di falli a dir poco equini), trascurando il "messaggio" di emancipazione, provocazione e ironia che era la vera anima dei disegni di questo artista. Oltretutto, vista la popolarità dello pseudonimo "Tom of Finland", buona parte degli artisti gay che sono seguiti si è lanciata con nomi vagamente simili (fra i più recenti ricordiamo "John of Australia" e "Sven of Rennes"), confermando una certa tendenza a puntare sull’apparenza più che sulla sostanza.
Fortunatamente c’è stato anche chi ha rielaborato la lezione di Tom in maniera più personale, distinguendosi dalla massa e facendosi un nome puntando sulle proprie effettive qualità.
Fra i più noti (perlomeno in ambiente anglofono) ci sono senz’altro Zack e Stephen (conosciuto anche come Etienne of Chicago, clicca sui nomi per vedere le gallerie), i cui lavori (soprattutto a fumetti) sono di qualità anche superiore a quelli di Tom.
Zack (vero nome Oliver Frey), è un artista anglo-svizzero che ha esordito alla fine degli anni settanta nell’ambiente del fumetto "ufficiale" (pare che sia lo stesso Oliver Frey che ha collaborato a veri "cult" britannici come "L’impero dei trigan" e "Dan Dare"), e diventando uno dei nomi di spicco nell’illustrazione delle riviste inglesi di video game dei primi anni ottanta. Dopo l’apparente fine dei personal computer (come il Commodore 64), Oliver decide di riciclarsi come illustratore gay e nel 1990 inizia a firmare le sue opere come "Zack". Per chi non lo sapesse il fumetto inglese è famoso per le sue tematiche fantastiche, la cura dei dettagli e lo stile pittorico: tutte cose che Zack è stato ben felice di offrire al mondo dei fumetti gay, creando storie davvero molto erotiche in ambientazioni decisamente insolite (come la famosissima "Message to the Emperor", ambientata nell’antica Roma).
La critica gay lo ha spesso apostrofato negativamente in quanto i suoi fumetti sono ricchi di una certa dose di violenza (stupri, sottomissioni e situazioni morbose abbondano), ma lui si è sempre difeso dicendo che l’erotismo è una questione soggettiva, e d’altra parte la cura e la passione con cui realizza i suoi disegni parlano da sole.
Di tutt’ altro genere sono la vita e i lavori di Stephen/Etienne of Chicago (nato nel 1933 come Domingo "Dom" Orejudos). Attivista gay convinto, Dom non si è limitato al campo artistico, ma ha fondato il primo leather bar e la prima sauna gay di Chicago (il "Gold Coast" e la "Men’s Country"), nonchè il concorso internazionale di "Mr. Leather".
Comunque, fra tanti impegni, è riuscito anche a trovare il tempo di dedicarsi al disegno, cercando di fare propria la lezione di Tom of Finland (col quale divide la passione per il genere "leather").
Quando Dom si cimenta con le illustrazioni si firma Etienne of Chicago, ma nonostante i suoi sforzi, la sua resa tridimensionale è abbastanza legnosa e non si discosta da buona parte degli emuli di Tom of Finland, mentre i fumetti (che realizza firmandosi "Stephen") sono di qualità decisamente elevata (e non solo per gli standard dei fumetti gay). Il suo tratto morbido delinea anatomie plastiche e accattivanti, mentre l’ironia e la leggerezza delle sue storie rendono simpaticamente anche le scene più estreme. Nonostante il suo stile richiami fortemente quello dei fumetti di Tom, Dom è riuscito a rielaborarne i tratti in maniera originale e a colmarne le lacune. Spesso i disegni di Tom soffrivano di una certa carenza di spontaneità nelle pose dei protagonisti (e nella resa dei personaggi secondari come le donne e i maschi più "asciutti"), che Dom è riuscito a compensare abilmente, prendendo spunto anche da fumetti non gay, ma ricchi di bei maschioni (come "Li’l Abner" di Al Capp).
Ovviamente in Italia nessun fumetto di Zack o Stephen è mai stato tradotto, preferendo puntare su fumetti erotici di qualità molto inferiore purchè etero. Molto spesso, chiedendo agli editori nostrani delle spiegazioni circa la carenza di fumetti gay, ci si sente rispondere che il materiale di qualità è scarso, ma per chiunque conosca Zack e Stephen questa scusa non regge.
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di Valeriano Elfodiluce
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