Stranger Things è una serie televisiva statunitense di fantascienza ideata da Matt e Ross Duffer e disponibile da luglio su Netflix.
Ambientata negli anni ottanta in una fittizia piccola città dell’Indiana, è incentrata sugli eventi legati alla misteriosa sparizione di un bambino e all’apparizione di una ragazza dotata di poteri telecinetici fuggita da un laboratorio segreto. Non si può dire molto altro senza rovinare l’incanto di una trama travolgente e degna dei meglio teenage-blockbuster di quegli anni.
Qui dieci motivi per cui vederla, che ne vale veramente la pena.
- L’epoca d’oro della nostra inconsapevolezza di occidentali. Gli anni 80 di Ronald Reagan nella declinazione provinciale e rassicurante. Un flashback continuo a un benchmark di infanzia che ha resistito per vent’anni, anche per noi che siamo arrivati molto dopo. Le camerette, i walkie talkie, i sandwich al burro di arachidi che nella versione italiana diventano subito i bicchieri illustrati della Nutella, il Buondì Motta e il latte col Nesquick.
- La colonna sonora pazzesca. Non necessariamente realistica, perché si fatica a immaginare un teenage party in piscina nella provincia dell’Indiana al ritmo di Melt With You dei Modern English eppure perfetta per accalappiare quelli di noi che si sono esaltati col riflusso indie di metà anni 2000. Attenzione, ci si rovinerà Should I Stay or Should I Go dei Clash, ma diciamoci la verità, da quanto tempo non mettevamo su Combat Rock?
- Stephen King, spirito guida di tutto il progetto. Che non c’entra niente eppure è così onnipresente. Nell’architettura delle case, nella pioggia, nelle corse su sentieri coperti di foglie, nelle felpe col cappuccio e nelle sneakers infangate.
- Il Trivial Pursuit delle reference. I Goonies, Stand By Me, Castle Rock, Videodrome, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Piccoli Brividi (i libri e anche la serie tv) sono solo quelle per il livello principianti.
- Steven Spielberg, che non potrebbe essere altrimenti.
- Winona Ryder strepitosa che fa la pazza ma è anche bellissima e riesce a stare lì e unire tutto quello che è stata e quello che noi siamo oggi e ci accompagna nell’inquietudine come una mamma rassicurante.
- I pomeriggi di pioggia che non si può uscire. Non c’è niente da fare. E si infilava una cassetta nel videoregistratore. Stranger Things è quella cassetta lì da guardare sul divano con la prima copertina di settembre. Tra poco ricomincia la scuola. Ci penseremo.
- La bellezza sconvolgente di Unidici, amica venuta dallo spazio che tutti avremmo voluto, silenziosa e potente. Inquietante e androgina. Di cui innamorarsi anche se non ha alcun senso.
- Non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice.
- I discorsi che i protagonisti fanno sull’amicizia. Su quanto sia importante. E anche se abbiamo letto e visto e fatto tantissime cose quando quella storia lì la spiegano con così poche parole viene da commuoversi. Viene voglia di aprire il solito gruppo di Wapp e scrivere ‘facciamo cena e film da me? Io cucino, voi portate da bere’. Poi Si guarda Stranger Things tutti insieme sul divano. Qualcuno si appisola. Nessuno ha voglia di tornare a casa che è tardi e il tram non passa più. Dormiamo tutti qui tanto domani è domenica. E ogni tanto si possono avere di nuovo 12 anni.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.