Triskell Edizioni è una fertile realtà editoriale, fondata da anni da Barbara Cinelli in quel di Montirone (Brescia), che tra le varie collane si occupa anche di narrativa gay, declinata in tutte le sue caleidoscopiche sfaccettature: romantica, erotica, sessualmente esplicita, capace anche di attraversare i generi, dal giallo al fantasy alla commedia, prodotta da autori italiani e/o stranieri. Ne parliamo con l’editor e direttrice della collana Rainbow Francesca Cecchi.
Come nasce Triskell Edizioni? E la collana Rainbow?
Triskell Edizioni nasce da un’idea della mia “capa” e amica, Barbara Cinelli. È lei il vero motore della Triskell, colei che mette anima e corpo in ogni cosa. Dopo la sua esperienza come referente italiana per Dreamspinner (una casa editrice americana specializzata in romance M/M), decise di creare una propria realtà, destinata alle storie d’amore a lieto fine. In questo suo progetto ha coinvolto fin da subito Laura e me, differenziando i nostri campi d’azione: Laura, infatti, si occupa di Triskell Romance, collana dedicata al romance tradizionale, mentre io mi occupo di Triskell Rainbow, solo però della parte italiana. È Barbara infatti che ha contatti con gli autori e le autrici stranieri.
Quanti volumi avete attualmente in catalogo e quali sono le prossime uscite?
Abbiamo superato i 400, di cui più di 300 libri appartengono alla collana Rainbow. Abbiamo il piano editoriale pieno per mesi, per questo abbiamo dovuto sospendere l’invio di nuovi manoscritti.
Per quanto riguarda le prossime uscite di Rainbow italiani, ne abbiamo in programma almeno uno al mese e i prossimi saranno di autrici che pubblicano per la prima volta con noi. L’ultimo è L’eremita del bosco di Francesca Bufera, una tenera storia d’amore ambientata tra i boschi del Trentino.
I libri stranieri, che voi traducete, sembrano essere numericamente la maggioranza, e pare anche che spesso gli autori, in particolare quelli italiani, scelgano, soprattutto per le opere più sessualmente esplicite, uno pseudonimo: secondo lei perché?
Questa è una domanda a cui non è semplice rispondere, andrebbe rivolta direttamente agli autori. Penso che sì, in alcuni casi ci sia una volontà di restare anonimi, se poi questa sia dettata da pudore o meno non saprei. In altri casi credo che sia soprattutto la voglia di avere un nome di maggior impatto sul pubblico, con più “effetto”, diciamo. Ci sono anche autrici, per esempio, (parlo al femminile perché sono soprattutto donne quelle che seguo come editor) che ci mettono tranquillamente “la faccia” durante presentazioni o fiere del libro, senza magari avere il loro vero nome sulla copertina.
La letteratura LGBT può aiutare il progresso dei diritti civili?
Secondo me, sì. Credo che sia almeno un inizio, perché alla fine mostra quanto sentimenti come l’amore siano universali.
Lei è anche editor: cosa consiglierebbe a un ragazzo che vuole cominciare a scrivere?
Scherzando – ma non troppo – gli direi di scrivere quello che sente dentro, se possibile però in un buon italiano. Parlando seriamente, gli direi di tentare sempre, se davvero prova passione per quello che fa, ma di farlo con la dovuta umiltà, accettando le critiche e correggendo i propri errori. So che un rifiuto o una correzione possono non far piacere, ma servono per migliorare.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.
hey