E’ stato uno dei più grandi compositori della sua generazione. Un artista immenso, tra gli esponenti della scuola genovese, ovvero il gruppo di cantanti italiani che hanno riformato con le loro canzoni la musica del Belpaese. Umberto Bindi era tutto questo. Di lui Bindi ricordiamo, tra le altre, “Il Mio Mondo”, “Arrivederci”, “Il Nostro Concerto”, “Letti” e “Io che Amo solo Te”. Ma ai più, è un perfetto sconosciuto.
Per quale motivo? Perché Umberto Bindi, degno rappresentante della musica italiana, è stato avvolto dalle tenebre anziché essere amato come Gino Paoli o Fabrizio De Andrè, anch’essi esponenti della scuola genovese? Perché era omosessuale. E per questo, la sua splendida voce è passata in secondo piano, anche al Festival di Saremo.
La storia di un artista dimenticato: Umberto Bindi
Umberto Bindi nasce a Bogliasco (Genova) il 12 maggio 1932. Nel 1959 esce il suo primo singolo. Uno dei tanti che Bindi ha pubblicato nel corso degli anni, compresi alcuni inediti usciti dopo la sua morte, avvenuta il 22 maggio 2002.
Ma andiamo con ordine. Per la sua presunta omosessualità, Umberto Bindi è sempre stato oggetto di discriminazione, fatto che gli ha portato grossi ostacoli nel mondo della musica. E il Festival di Sanremo del 1961 ha dimostrato quanto l’Italia fosse bigotta all’epoca (e forse, poco è cambiato in circa 60 anni).
Nel 1961, il 29enne Bindi si presenta a Sanremo indossando una pelliccia di foca, foderata di visone, con ben 4 milioni di lire in gioielli, tra cui un vistoso anello che portava al dito mignolo. Durante tutta la sua esibizione, le telecamere erano quasi ipnotizzate da questo anello, che per buona parte della sua apparizione venne sempre ripreso e trasmesso in mondovisione. Nei giorni successivi, l’attenzione era tutta per quel gioiello. Giornali e critici non volevano sapere chi fosse, ma solo sapere se fosse gay e discutere di come si fosse presentato sul palco di Sanremo. La sua canzone, classificatasi poi all’11esimo posto, passò in secondo piano.
Dopo quella edizione, Umberto Bindi è stato bandito da Sanremo. Almeno fino al 1996, quando è tornato assieme a un gruppo, i New Trolls, classificandosi al 20esimo posto. Ma dalla sua apparizione 35 anni prima, qualcosa era cambiato: Umberto Bindi aveva fatto coming out, nel 1988, mentre era ospite al Maurizio Costanza Show.
La vita dolorosa di un cantautore che amava una persona dello stesso sesso
Nonostante l’insuccesso sanremese, Umberto Bindi ha pagato un prezzo troppo alto. Il bigottismo è stata la causa della sua poco notorietà, bistrattato e ignorato solo perché gay, unica informazione che veniva associata quando si parlava del cantautore. È morto alla Spallanzani di Roma, la sera del 22 maggio 2002. È stato ricordato da Gino Paoli durante Sanremo 2014, e nel 2018 da Claudio Baglioni.
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aggiungo x l'autore distratto di questo articolo, che io che amo solo te è di ENDRIGO.
purtroppo x i tempi era troppo provocatorio. troppo evidente. c'erano gia tanti gay , di cui tutto l'ambiente sapeva ma di cui nessuno parlava. potevi essere gay ma guai a avere un atteggiamento che potesse destare sospetti.cque vorrei dire che bindi è un grandissimo autore ma come cantante non rendeva. chiuso , introverso , senza carisma sul palco , come tenco, non usciva niente da lui che cantava.i suoi successi, affidati a mina , vanoni, e poi ad altri cantanti internazionali sono IMMORTALI. MA NON XCHè CANTATI DA LUI.HA guadagnato cifre folli ma è stato una cicala.cque ci sono grandi autori che non hanno fatto i cantautori : mogol calabrese chiosso x citarne alcuni famosissimi di cui non sappiamo che viso abbiano. eppure sono immortali. anche bindi resta tale x cio' che ha composto.nessuno dimentica le sue opere tuti le apprezzano anche se non sanno chi le ha composte.