Si definisce “una pittrice che fa anche spettacolo”, quasi a ribadire fermamente che la sua attività principale della sua ennesima vita si colloca fra tele e pennelli, mentre quelle precedenti – e quante: modella, cantante, presentatrice, attrice, eccetera – sono diventate un corollario artistico a cui non dà più molta importanza. Amanda Lear è oggi una splendida settantatreenne e quella torbida ambiguità sessuale che ne costruì il mito durante lo sfrenato sodalizio con Dalì, contribuendo non poco a crearne l’immagine glitter di icona gay, ha lasciato spazio a nuove esigenze espressive. L’occasione per (ri)scoprire le opere pittoriche della Lear è la mostra Visioni a ingresso libero che si inaugura oggi alla “Milano Art Gallery” in via Alessi 11 con un vernissage a cui sono stati invitati, tra gli altri, Jean-Paul Gaultier, Paco Rabanne e Bob Sinclair.
Oli, gouaches, disegni a china di volti sfuggenti o paesaggi dal taglio impressionista, opere strabordanti sensualità e vitalità, dai colori vivaci (prevalgono il rosso e il blu notte), quali un San Sebastiano postmoderno con frecce segnaletiche o un Re Mida adone seduttivo che trasforma in oro la tela stessa con liberatorie pennellate golden che paiono “sporcare” la sua classicità da kouros apollineo.
L’organizzatore Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte, spiega così la scelta di dedicare alla Lear una personale: «Di Amanda mi hanno colpito la spontaneità espressiva e il camaleontico e poliedrico trasformismo nella ricerca stilistica, che la rendono eclettica e originale. Poi apprezzo molto l’appassionata voglia di mettersi in gioco, poiché da tutti è conosciuta come la musa e icona ispiratrice del grande maestro Dalì, ma ha voluto affermarsi anche come talentuosa artista, evidenziando un altro interessante aspetto della sua significativa presenza nel mondo dell’arte per regalarci piacevoli e sorprendenti emozioni».
«Amanda è un’artista speciale, una donna con una carica vitale incredibile – continua Nugnes – dalle mille risorse e capace di affrontare la vita al motto di testa alta e profumo francese. Questa mostra sarà un’ottima occasione per i suoi numerosi estimatori di apprezzarne le spiccate doti e virtù pittoriche».
Riguardo all’influenza artistica del grande maestro surrealista, di cui era considerata la musa, Amanda spiega: «Di recente ho visitato la mostra dedicata a Dalì, al Museo Pompadour di Parigi, la stessa allestita qualche anno fa a Palazzo Reale a Milano. Al mio arrivo, mi sono sentita osservata dai presenti, come se mi considerassero la vedova simbolica di Dalì. Nonostante avesse trent’anni più di me, era un uomo talmente creativo, divertente ed estroso, che non mi sono mai annoiata insieme a lui. Per certi versi ha rappresentato anche una figura paterna, ma il nostro rapporto è sempre stato stimolante e frizzante».
La mostra “Visioni” è visitabile fino al 24 agosto.
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