#CinemaSTop: Kung Fu Panda 3, ecco i due papà uniti che fanno la forza

Da non perdere il francese La Corte, ben fatto Brooklyn. Poi Cate e Robert in Truth.

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4 min. di lettura

Ecco quattro film per il weekend!

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Kung Fu Panda 3, i due papà uniti fanno la forza e scandalizzano Adinolfi

“Mi sono chiesto per tanto tempo chi fossi: se il figlio di un’oca, di un panda, un allievo, un maestro: io sono tutti loro”. È una battuta esemplare dell’adrenalinico cartoon blockbuster Kung Fu Panda 3, codiretto dall’italiano Alessandro Carloni e dalla coreana Jennifer Huh, diventato celebre per la solita, ignominiosa polemica di Adinolfi che ha parlato di propaganda gender perché il protagonista Po, panda maldestro ora maestro guerriero, ha due papà, uno adottivo (un’oca, Mr. Ping) e quello naturale che incontra in questo terzo episodio. Altro che famiglia di fatto – Adinolfi ha pure ammesso di non averlo neanche visto, Kung Fu Panda 3 – poiché i due padri all’inizio neanche si sopportano ma poi uniscono le forze per il bene del figlioletto.
Fiaba coloratissima per tutti, prodotto DreamWorks di alta fattura (l’animazione è impeccabile), vanta le musiche del premio Oscar Hans Zimmer.
Curiosità: animaletti minori hanno le vocine di figli d’arte golden, ossia Knox, Zahara e Shiloh Jolie-Pitt, pargoli adorati di Angelina e Brad.
Da vedere con papà il 19, per festeggiare insieme a lui.

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Quel processo dai risvolti rosa nel premiato La Corte di Christian Vincent

Chi ama il cinema francese d’autore, intellò ma non troppo, non si perda La Corte di Christian Vincent, film processuale dai risvolti rosa premiato a Venezia (miglior attore protagonista e sceneggiatura). Un integerrimo e temuto Presidente di una Corte d’Assise in un tribunale dell’estremo nord della Francia, a Saint-Omer, detto ‘il giudice a due cifre’ per le sue condanne mai inferiori a dieci anni, ritrova un giorno tra i giurati popolari l’unica donna che abbia mai amato, sei anni prima.
Si dice un gran bene del duetto Fabrice Luchini-Sidse Babett Knudsen (ve la ricordate? Era l’entomologa lesbica in The Duke of Burgundy), quest’ultima scelta dal regista dopo averla vista su Arte in ‘Borgen’.
“Una attrice favolosa! – sostiene il regista -. Nella cultura nordica le persone sono molto più dirette di noi latini. Alla nostra prima lettura, faceva domande su ogni cosa, cercava sempre i punti di riferimento o una spiegazione razionale. Anche se parla francese meravigliosamente, non è la sua lingua, così per giorni e giorni le ho fatto quasi da interprete verbalizzando i suoi dubbi. Mi piace
essere un traduttore, una guida. Spero di esserle stato utile”
.
Il titolo originale è L’hermine, L’ermellino, ma per una volta la traduzione italiana è congrua e il bisenso si riferisce anche al gioco di seduzione del giudice per il suo antico amore.

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Brooklyn, dramma sull’emigrazione con una pregevole Saoirse Ronan

Edificante e ben fatto dramma sull’emigrazione che avevamo visto al Torino Film Festival, Brooklyn di John Crowley merita una visione soprattutto per l’interpretazione accorata di una pregevole Saoirse Ronan, eroina irlandese approdata nella Grande Mela negli anni ’50 dove trova lavoro come commessa e l’uomo che potrebbe diventare suo marito.
“Questa è la storia segreta di due Paesi -ha dichiarato Colm Toibin, autore del romanzo omonimo da cui il film è tratto -. Del mio Paese, l’Irlanda, dove negli ultimi 150 anni ogni famiglia ha perso uno o due membri, persone che sono andate via e non sono mai più tornate; ma è anche la storia segreta degli Stati Uniti. Questi sono i nonni e i bisnonni degli americani di oggi; è così che sono arrivati, e questa storia non è stata raccontata spesso.”
Tre nominations agli Oscar: miglior film, attrice protagonista (la Ronan) e sceneggiatura non originale.

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Cate e Robert, gran coppia di superstar nel politico (e giornalistico) Truth – il prezzo della verità

Cast stellare per questa variante ‘bushy’ di Tutti gli uomini del Presidente diretta da James Vanderbilt: Cate Blanchett, Robert Redford, Elisabeth Moss, Topher Grace e Dennis Quaid sono i protagonisti di un’intricata storia vera risalente al 9 settembre 2004. Proprio quel giorno la produttrice della CBS Mary Mapes (la Blanchett) fu indagata per aver mandato in onda, la sera prima, un reportage investigativo nel quale venivano rivelate alcune prove secondo cui il Presidente George W. Bush aveva trascurato il suo dovere nel periodo in cui prestava servizio come pilota nella Guardia Nazionale dell’Aeronautica del Texas, dal 1968 al 1974. Nel mirino degli investigatori finì anche il celebre conduttore di ’60 Minutes’, Dan Rather (interpretato da Robert Redford).
Il film è tratto dal memoir della vera Mary Mapes pubblicato l’anno scorso da St. Martin’s Press col titolo Truth and Duty: The Press, The President, and the Privilege of Power (Verità e dovere: la Stampa, il Presidente e il Privilegio del Potere).

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