Lo sapevate che Immanuel Casto, cantautore e game designer, fa parte da 12 anni al club dei più intelligenti d’Italia, ovvero il Mensa? Difatti, il protagonista di “C’è Posta per Casto” ha raggiunto il 99º percentile nel test di misurazione del QI, e da quest’anno sarà anche il presidente del club. Il Mensa ospita tutte quelle persone che hanno raggiunto il 98° percentile del QI, ovvero il 2% della popolazione italiana. Il Mensa nel Belpaese, attivo dal 1983 ma nato a Oxdford nel 1946, ospita ben 2.000 soci.
Periodicamente, si ritrovano tutti davanti a una tavola rotonda, poiché tutti sono allo stesso livello. E Manuel Cuni (il vero nome dell’artista) quest’anno è stato scelto dagli altri soci per ricoprire la figura di presidente.
Immanuel Casto: dal porn groove al club dei più intelligenti d’Italia
Immanuel Casto è conosciuto per i suoi brani e per la sua figura trasgressiva e fuori dai canoni tradizionali. E lo sarà anche per il suo quoziente intellettivo. Mashable.com gli ha chiesto come ha conosciuto il Mensa Italia e perché ha deciso di farne parte. Casto ha raccontato che da bambino soffriva di una forma di dislessia chiamata disgrafia. Dopo questa scoperta, nel corso degli anni, fece anche un test di misurazione del QI “per edonismo”, come ha spiegato, scoprendo di avere un valore ben sopra la media.
Poi scoprii per caso l’esistenza del Mensa. Un collega mi disse che il personaggio Elle di ‘Death Note’ era sicuramente un iscritto al Mensa. E io, che ero un grande fan del manga, non potevo essere da meno! Quindi feci il test, arrivando al 99º percentile, ed entrai nell’associazione. Per anni sono stato un membro dormiente, poi qualche anno fa l’ho riscoperta e mi ci sono impegnato con tutte le mie forze. Ora sono onorato che gli altri soci, per i quali nutro stima e rispetto, mi abbiano scelto come loro presidente.
E il neo presidente Immanuel Casto ha anche le idee ben chiare su come far conoscere il Mensa e sul servizio che potrebbe offrire, a partire dai social.
Il Mensa farà la sua parte nella lotta alle fake news, cercando di rimettere al centro del discorso l’approfondimento della realtà, che è complessa e non semplice e binaria come le bufale vorrebbero farci credere.
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