La settimana scorsa, uno studio dell’Ocse aveva cercato di “contare” la popolazione LGBT a livello mondiale. Attraverso calcoli statistici, era arrivato alla conclusione che circa il 2,7% della popolazione di un Paese, tra quelli presi in esame, è omosessuale. I ricercatori avevano spiegato che il modo migliore per ottenere una risposta a questa domanda era appunto compiere un semplice sondaggio. I dati tuttavia erano da prendere con le pinze, in quanto non si può sapere se tutti i soggetti omosessuali intervistati avessero risposto onestamente.
Lo stesso rapporto ha approfondito la ricerca, tentando di capire quanto è accettata l’omosessualità. Anche in questo caso, attraverso un’intervista, si è prima notato l’aumento della popolazione LGBT nel corso degli anni, per concentrarsi poi su come varia l’apertura della società nei confronti dell’omosessualità in base a età, provenienza e istruzione. L’Italia, come al solito, è fanalino di coda.
Accettazione dell’omosessualità: i dati dell’Ocse
Il primo dato che balza agli occhi è un aumento significativo della popolazione LGBT. Questo, però, non significa che le persone gay, lesbiche o bisex (orientamenti presi in esame) siano aumentati negli anni, ma potrebbe anche significare che l’apertura nel loro Paese gli consenta ora di dichiararsi apertamente senza temere discriminazioni. La maggiore accettazione è l’ipotesi più plausibile secondo i ricercatori, visto l’aumento della tolleranza in quasi tutti i Paesi presi in considerazione.
Lo studio ha anche chiesto agli intervistati di dare un giudizio sull’omosessualità. Si partiva da 1, che classificava l’essere omosessuali come un fatto mai giustificabile, fino a un massimo di 10, che vedeva l’omosessualità come un fatto sempre giustificabile (piena accettazione). Tra il 1981 e il 2000, il giudizio medio si posizionava a 4. Negli ultimi 19 anni, è aumentato, ma solo di un punto: 5. Un valore poco al di sotto della sufficienza. Come mai questo voto, nonostante l’apertura di alcuni Stati analizzati? Perché, trattandosi di una media, la grande tolleranza di un Paese deve sostenere la stessa (pessima) di uno Stato omofobo. E tra questi, c’ anche l’Italia.
Italia, Grecia e Repubblica Ceca segnano negli ultimi anni un calo della tolleranza nei confronti degli omosessuali, lesbiche e bisessuali. Anche in questo caso, però, i dati non vanno presi alla lettera: sono pochi gli studi eseguiti sulla questione, quindi non è un dato sicuro al 100%.
Istruzione, provenienza ed età a confronto
Infine, occorre confrontare la tolleranza nei confronti della comunità LGBT con i diversi gruppi sociali. Analizzando l’istruzione dei soggetti intervistati, si è notato che chi possiede una laurea mostra un’accettazione maggiore rispetto a chi ha una licenza media o di grado minore, che invece dimostra un bassissimo livello. Stessa cosa per quanto riguarda l’età: da un alto livello di accettazione nella fascia 15-29 anni, diminuisce all’aumentare dell’età con un andamento inversamente proporzionale. Per la provenienza, i soggetti residenti in metropoli o grandi città risultano più aperti rispetto a chi abita in zone rurali o piccoli comuni. Naturalmente, tutti questi dati sono frutto di un’indagine statistica su una pluralità di Paesi. E quindi di culture.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.