Una Drag King per prima cosa vuole sperimentarsi. Il divertimento e la curiosità sono alla base dei Re di Resistenza nati negli anni ottanta a San Francisco sulla scia più famosa e riconosciuta delle Drag Qeens. L’ondata di donne che si travestono da uomini è cresciuta anno dopo anno conquistando nuovi spazi nelle comunità queer più famose del mondo, differenziandosi nei motivi della scelta ma non nei modi di esprimerla.
Lo scopo della Drag King è quello di
riuscire ad incarnare il più credibilmente possibile la propria e personalizzata figura maschile. I club e le associazioni che le raggruppano hanno il compito di organizzare feste, serate e spettacoli che le rendano protagoniste davanti a un pubblico prevalentemente lesbico, ma che in alcune occasioni unisce senza discriminazioni l’intero ambiente omosessuale. Il nuovo Re di resistenza viene eletto una volta all’anno e deve rispondere a canoni precisi e performance spettacolari.
A New York, negli anni novanta, le D.K ebbero un successo strepitoso, tanto che il Club Casanova divenne uno dei locali più frequentati da lesbiche e transgender in genere. Il mondo delle
D.K. di N.Y., infatti, si era distinto per la sua varietà che, a differenza di ciò che capita più frequentemente in quel di San Francisco o Londra, non implica obbligatoriamente una scelta di vita. Mo B. Dick (nome d’arte di Maureen Fischer) è la principale ispiratrice e "maestro di cerimonie" del Casanova. Pettinata alla James Dean, ma con un’aggiunta di basettoni, baffi e pizzo, ha scelto d’incarnare l’arroganza ribelle della gioventù bruciata, preferendo lo stile anni sessanta.
Come lei, i personaggi sono tanti e, con il trucco perfezionato nel tempo, spesso riescono a ingannare anche le etero più smaliziate. Alle lesbiche che le hanno criticate per essere esaltatrici della mascolinità, spesso rispondono che, al contrario, il loro divertimento è proprio quello di prenderne in giro il machismo. In
molti casi, il gioco si fa così intrigante che a molte capita di sdoppiare le due personalità, maschile e femminile, arrivando a vivere due vite parallele. Da K.D.Lang a Marlene Dietrich, fino a Demi Moore anche nel mondo dello star-system sono molte le donne che hanno fatto uso della propria ambiguità vestendo i panni maschili in epoche diverse. Il piacere di stupire, il gusto di meravigliare, il sottile gioco dell’inganno, tutti ingredienti che rendono più eccitante partecipare, anche se la linea che separa la consapevolezza di una identità reale da quella immaginaria può essere così sottile da indurre una Drag King a riflettere più intensamente sulla propria personalità.
E’ il caso di De LaGrace Volcano, una fotografa di S. Francisco trasferitasi a Londra negli anni ottanta, una città
viva dove il mondo queer è molto attivo, lì, incontra parecchie lesbiche che diventano sue amiche e si fanno immortalare. L’ambiente le piace e dopo qualche tempo s’innamora di un ragazzo gay e lo sposa. Una decisione controcorrente che le farà piovere addosso un mucchio di critiche. A quel punto comincia il suo percorso alternativo: mascolinizza il suo nome che da Della diventerà Del e abbandona il lesbismo per il transgender. La sua immagine ora ha un senso maggiore ed inizia a puntare il suo obiettivo fotografico sulle D.K e sulla scena queer in senso più esteso.
La mutazione si fa ricerca. Le sue foto
sono di forte impatto, le sue mostre fanno il giro del mondo toccando anche Milano, per la prima volta in Italia, alla Libreria Babele che ora vende la sua bellissima raccolta fotografica pubblicata in Germania e intitolata: "Sublime Mutations".
La mutazione si fa ricerca e la ricerca diviene diritto all’esistenza. Anche quando il limite ci sembra già superato, qualcosa ci aspetta di nuovo spingendoci oltre. Superare per superarci, oltrepassare noi stesse per raggiungere nuovi centri dell’esistenza. Ognuno a suo modo.
di jaguar
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.