35enne da tempo fidanzata con Silvio Berlusconi, Francesca Pascale ha annunciato dalle pagine de Il Fatto Quotidiano la nascita di una nuova assocazione per i diritti LGBT, I Colori della Libertà. Famiglie arcobaleno, donne vittime di violenza, lotta e prevenzione all’HIV. Da tempo iscritta Arcigay, la Pascale ha recentemente aperto il suo profilo Instagram, con un primo post che la vede seduta su una panchina arcobaleno.
“La politica di partito non mi interessa. Meglio le battaglie sociali. E’ questa la politica di cui dovremmo occuparci tutti”. Peccato che il suo compagno, Silvio Berlusconi, abbia a suo tempo votato NO alle unioni civili, infangando solo pochi giorni fa la senatrice a vita Liliana Segre con un’astensione vergognosa legata ad una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza. Oltre alle foto sui social, probabilmente, la Pascale dovrebbe provare ad essere più incisiva nei confronti dell’amato Silvio, alleato con gli estremisti omofobi Salvini e Meloni.
In piazza San Giovanni ho scelto di non esserci perché non condivido il sovranismo, aborro gli estremismi. Mi fa paura vedere che l’asse della coalizione si stia spostando verso destra, a discapito dei moderati. Mi preoccupa che nel 2019 ci sia ancora da combattere per affermare i diritti e le libertà di ciascuno, compresa quella di vivere senza pregiudizi il proprio orientamento sessuale. Le famiglie arcobaleno, come quelle tradizionali, affrontano tutti i problemi che la vita riserva, ma in più devono sopportare il pregiudizio. Non ho mai usato paletti per definirmi, non ho mai detto né di essere etero né gay. Nelle amicizie come nell’amore non seguo stereotipi. 10 anni fa mi sono innamorata di un uomo straordinario, domani chissà. Combattere a favore dei diritti LGBT va a tutela anche della mia persona. E se domani scegliessi di vivere in una famiglia arcobaleno? Perché dovrei vivere in uno Stato che mi odia a prescindere?
Domande che Francesca potrebbe porre ad una qualsiasi cena di Arcore, con Giorgia e Matteo invitati, al cospetto di Silvio. Perché l’odio nei nostri confronti nasce proprio da quell’asse, estremista e quasi orgogliosamente omofoba.
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