Secondo la leggenda, in Europa la tradizione dell’Albero di Natale sembra risalga all’epoca dei vichinghi che erigevano alberi ornati in onore ad Odino. I guerrieri, dopo ogni vittoria, festeggiavano con ricchi banchetti all’ombra di abeti cui rami appendevano i corpi defunti e penzolanti dei loro nemici battuti. Per fortuna, le usanze, pur restando legate alla tradizione, nel tempo subiscono cambiamenti che, come in questo caso, ne migliorano e soprattutto ne rallegrano il rituale.
L’Albero di Natale resta e resterà, credo, per sempre, il simbolo festaiolo della morte e rinascita di ogni anno vissuto. Piace a tutti, adulti e bambini, piace tantissimo alle lesbiche
che si divertono a addobbarlo, ad inventarci gli accorgimenti più impensati per renderlo prezioso e lucente anche con semplicità. L’Albero di Natale ci fa riunire insieme dopo aver festeggiato con i nostri familiari, ci scalda l’atmosfera quando dobbiamo scambiarci i regali, ride con noi ad ogni brindisi, ci guarda affettuoso, avvolgendoci in un abbraccio, fa sentire meno sole quelle di noi che in un momento di gioia (gioia?) generale, per qualsiasi motivo sta soffrendo. E’ un amico che ci colora la stanza, il giardino, le pareti di casa, che per qualche giorno ci trasmette il piacere di festeggiare insieme alla natura.
Proprio per questo, le indicazioni e gli avvertimenti non bastano mai. Gli abeti sono alberi infinitamente belli ma è orribile pensare di abbatterli per decorarli e farli morire. Se si ha lo spazio per un bell’abete, al momento dell’acquisto è bene pretendere che sia in un vaso capiente e che abbia una ricca quantità di terra intorno alle radici così potrà sopravvivere. L’abete senza radici, o venduto a radici nude, muore! A questo punto è bene ricordare che l’abete ha foglie aghiformi che limitano molto il suo fabbisogno
d’acqua, quindi bagnare con moderazione un paio di volte a settimana per non fare marcire le radici. Finite le Feste, poi, meglio trasferirlo in balcone o in cortile, altrimenti sono guai.
Al contrario, una pianta che invece ha bisogno del terriccio sempre umido è la Stella di Natale (o Poinsettia), che in piena fioritura si carica di uno sforzo enorme e, quindi, necessita d’acqua e nutrimento. Se ce ne dimentichiamo, la vedremo presto spoglia, e a nulla servirà metterla sul pianerottolo sperando che riprenda, seccherà!
Girando qua e là per il Web mi sono accorta che esistono anche immensi Babbo Natale e Alberi di Natale gonfiabili (alti anche 13 m.) per chi all’ecologia ci tiene a tal punto da non voler rischiare per nulla. Mentre alle ragazze dotate di spiccata manualità (chi di voi non ne ha?!) ecco di seguito la ricetta di waybricolage.net per un creativo albero da parete, facile, facile, e senza pericoli:
Occorrente: due ghirlande in budellino in misura a scalare, rami di pino, palline colorate, pigne dorate, rafia.
Preparazione: Legare le ghirlande con la rafia… sopra la piccola e sotto la più grossa. Partendo dalla parte centrale superiore della ghirlanda piccola, fissare i rami di pino sempre con la rafia, cercando
di dare un senso ai rami come se si disegnasse un vero albero di Natale. Aggiungere rametti fino a riempire le ghirlande, lasciando la parte inferiore del cerchio libera. Addobbare con palline e pigne a piacere.
Le dimensioni sono variabili. Si può lavorare con due o più ghirlande in base alla dimensione voluta. Al culmine della ghirlanda più piccola sempre con la rafia fare un piccolo anellino per appendere la composizione alla parete.
Buone Feste a tutte voi da Jaguar!
di jaguar
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