La volontà del popolo, delle migliaia di donne scese in piazza ha avuto la meglio: la Polonia fa marcia indietro sulla legge anti aborto.
Il Pis (Prawo i Sprawiedlywosc, cioè Diritto e Giustizia), partito ultracattolico e conservatore (con maggioranza assoluta) che aveva proposto il disegno di legge, ha fatto sapere che la posizione dell’esecutivo in seguito alle proteste era cambiata: infatti il Parlamento ha respinto il provvedimento, bocciandolo.
“Le manifestanti ci hanno fatto riflettere, e ci hanno dato una lezione di umiltà“, afferma Jaroslaw Gowin, ministro della Pubblica Istruzione. “Non siamo mai stati favorevoli a una politica che punisca le donne“, ha chiosato all’unisono Tomasz Latos, deputato. Il disegno di legge infatti prevedeva che l’aborto potesse essere effettuato solo in caso di “grave pericolo di vita della donna incinta”. La legge attuale è già tra le più coercitive d’Europa (consente l’aborto solo in caso di incesto, stupro malformazioni gravi del feto e pericolo di salute della donna) e rimarrà quindi in vigore. “La legge era un progetto barbaro, da cestinare subito“, hanno commentato quelli di Nowoczesna, partito liberalcentrista d’opposizione.
La #CzarnyProtest, svoltasi alcuni giorni fa in Polonia, ha visto una partecipazione a dir poco massiccia: le donne sono scese in piazza rifiutandosi di lavorare e di adempiere ai loro ruoli sociali. E grazie alla loro tenacia sono riuscite a far sì che i loro diritti, già molto limitati, vengano salvaguardati.
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